Al momento dell’esplosione della guerra in Ucraina, i santoni del piccolo schermo avevano subito affollato i salotti tv per pontificare: “Con le sanzioni europee in arrivo, l’economia russa è destinata a collassare nel giro di pochi mesi”. A seguire, messaggi di tanti potici capeggiati dall’allora premier Mario Draghi che chiedevano agli italiani sacrifici in nome della pace. Oggi, a distanza di mesi, a che punto siamo arrivati? Semplicissimo: mentre l’Italia annaspa, Mosca ha già rialzato la testa. Confermando come, per l’ennesima volta, le politiche Ue si siano rivelate un boomerang per il nostro Paese. Come spiegato dal Fatto Quotidiano, lungo lo Stivale sono aumentati di poco i posti di lavoro, ma gli stipendi sono rimasti bloccati. Anzi: a causa dell’aumento del costo della vita innescato proprio dalle sanzioni contro Vladimir Putin, nel 2022 gli occupati italiani hanno subito una pesante perdita del potere d’acquisto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sanzioni alla Russia, le drammatiche conseguenze per l’Italia
L’anno appena trascorso ha fatto segnare record tutt’altro che positivi: la differenza tra l’incremento dei prezzi al consumo e quello delle retribuzioni è arrivata a toccare quota 7,6 punti, il dato più alto mai registrato dal 2001 a oggi. In sostanza, il mercato del lavoro ha mostrato qualche lieve miglioramento, ma le tasche degli italiani sono rimaste vuote o quasi, con difficoltà crescenti per arrivare a fine mese. (Continua a leggere dopo la foto)
La corsa dei prezzi, che hanno preso a schizzare rapidisissimi verso l’alto, è troppo veloce rispetto alla crescita dei nostri stipendi, di fatto bloccati. E così le spese, dalle bollette ai generi alimentari fino al carburante, si sono fatte insostenibili o quasi. Il nostro è, d’altronde, l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni reali sono scese nell’ultimo trentennio, con l’inflazione che negli ultimi mesi ha fatto scattare nuovamente l’allarme. (Continua a leggere dopo la foto)
La Russia, nel frattempo, ha invece ripreso a sorridere, sempre che abbia mai davvero smesso. Dopo la flessione causata nell’immediato dalle sanzioni europee, il Pil crescerà secondo le previsioni dello 0,3%. Anche la Cina è data in “forte ripresa” nel corso dei prossimi mesi, con un aumento previsto del 5,2%.
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