La direttiva UE sulle case green, come era ampiamente prevedibile, si trasformerà una nuova ennesima stangata, come spesso accade quando ce lo “chiede” l’Europa. In particolare, l’allarme riguarda (anche) i mutui. La famigerata direttiva comunitaria EPB (Energy Performance of Buildings Directive), che ha il fine di rendere entro il 2050 tutte le abitazioni europee a emissioni zero, mette a rischio di svalutazione gli immobili e le garanzie sui mutui: in questo scenario, infatti, le banche orienterebbero le proprie scelte di finanziamento verso immobili che abbiano migliori performance energetiche, riducendo le possibilità di accesso al credito per l’acquisto o la riqualificazione degli immobili di minore qualità. Secondo i calcoli forniti da La Stampa, gli immobili conosceranno una svalutazione nell’ordine del 40%. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, per adeguare le abitazioni ha stimato una spesa media di 40mila euro per le famiglie italiane. Lo stesso Giovanni Sabatini, direttore generale dell’ABI (Associazione Banche italiane), si lascia andare a previsioni infauste: “In Italia, per raggiungere almeno l’obiettivo intermedio della classe energetica F nel comparto residenziale, andrebbe ristrutturato il 60% del patrimonio immobiliare, ovvero circa 8 milioni di edifici”. Il risparmio degli italiani, così, viene aggredito ancora, giacché anche il report della Banca d’Italia sulla ricchezza delle famiglie italiane dimostra come gli immobili rappresentino quasi la metà della ricchezza lorda delle famiglie italiane. La direttiva stabilisce che, a partire dal 2027, gli Stati vietino la vendita e l’affitto degli immobili di classe energetica inferiore a E; dal 2030 il limite interesserà la classe energetica D, sino a escludere, dal 2033, gli immobili delle classi inferiori alla C. Poiché all’incirca l’87% degli immobili italiani è di Classe energetica D, il rischio che il valore di mercato di queste soluzioni abitative è pressoché una certezza. Gli interventi necessari sono almeno quattro, tutti molto costosi. Tornando al tema dei mutui, come si legge nell’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, l’impatto di questa misura sul mercato immobiliare, rischia anche di “produrre una riduzione del valore di mercato degli edifici”, ancora nelle parole di Giovanni Sabatini durante la relativa audizione alla Camera dei deputati, in cui ha invocato “flessibilità ed eccezioni”.(Continua a leggere dopo la foto)
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Oggi, a garanzia dei finanziamenti, le banche hanno in deposito delle ipoteche su valori che rischiano di essere molto più alti rispetto a quelli che si riscontreranno con la nuova direttiva. La conseguenza, come è facile intuire, sarà la svalutazione delle garanzie acquisite per la concessione dei mutui ipotecari e una minore possibilità di accesso al credito per imprese e famiglie. Infatti, secondo il presidente dell’Abi c’è la fondata preoccupazione che la misura “rischi di produrre una riduzione del valore di mercato degli edifici, con impatti rilevanti sulla ricchezza delle famiglie italiane che per il 60% è rappresentata da immobili residenziali”. (Continua a leggere dopo la foto)
Le banche, a loro volta, avrebbero difficoltà a erogare finanziamenti ipotecari a soggetti con più basso “merito creditizio”. Quindi, presumibilmente, dovrebbe intervenire lo Stato, con oneri rilevanti per le finanze pubbliche. È bene ricordare che la direttiva Ue non ha ancora terminato l’iter di approvazione: approvata dal Parlamento di Strasburgo, deve ancora essere discussa dalla Commissione e dal Consiglio europeo.
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