È un domino. Un contagio continuo. Era partita la banca della Silicon Valley negli Stati Uniti, poi è toccato alla Credit Suisse. E ora – udite udite – tocca nientepopodimeno che alla Deutsche Bank, il colosso bancario tedesco. Le borse crollano a picco e l’Europa trema, con una Christine Lagarde – presidente della Bce – sempre più evidentemente incompetente agli occhi del mondo intero. Il mercato finanziario, dopo il crollo di diverse banche continua dunque a subire forti choc. E gli occhi ora sono tutti puntati sulla Deutsche Bank, con gli investitori che si interrogano sulla tenuta dell’intero sistema. Dopo la diffusione di una serie di notizie negative, le azioni di Deutsche Bank sono crollate di oltre il 13% a metà seduta dopo l’impennata dei credit default swap ai massimi di quattro anni, evidenziando le preoccupazioni degli investitori sulla stabilità generale delle banche europee. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiega Il Tempo, “il caso dell’istituto tedesco ha messo in allarme i mercati, poiché gli analisti considerano preoccupante il rialzo dei costi sull’assicurazione anti-default”. Deutsche Bank ha anche annunciato il rimborso di 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028, dopo aver già emesso a febbraio nuove obbligazioni. Questo, però, si è rivelato un boomerang, perché è suonato come una conferma della condizione di seria difficoltà. Ma ci sono anche altri fattori ad alimentare le preoccupazioni intorno all’istituto tedesco, minando la fiducia del mercato. Come la notizia di un’indagine del Dipartimento di Giustizia Usa su alcune banche, tra cui Credit Suisse e la rivale Ubs che l’ha rilevata, per stabilire se i banchieri abbiano aiutato o meno gli oligarchi russi a eludere le sanzioni occidentali. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ed ecco dunque che il fattore guerra torna prepotentemente a disturbare anche in questo senso. I due istituti svizzeri sarebbero stati inclusi in una recente ondata di citazioni in giudizio inviate dal governo degli Stati Uniti prima della crisi che ha travolto Credit Suisse e ha portato alla proposta di acquisizione da parte di Ubs. Tutto questo non ha fatto altro che rendere il venerdì finanziario ancora più nero. Olaf Scholz, cancelliere tedesco, ha provato a rassicurare tutti sulla tenuta di Deutsche Bank ma nessuno gli ha creduto. E la più generica e ormai inflazionata affermazione che “il sistema bancario europeo è solido“, come ripetuto a più riprese da Ue, governi e Bce, è in questa fase troppo poco per convincere gli investitori. E il domino continua. Chi sarà il prossimo dopo Deutsche Bank?
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