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Superbonus, arriva il decreto “sblocca cessioni”. Ecco la soluzione del governo per i crediti incagliati

Pubblicato il 30/03/2023 20:07

Adesso è ufficiale quanto sinora era filtrato, ma sempre con il velo della eventualità. Finalmente il testo definitivo del decreto cosiddetto Blocca cessioni, ovvero il Decreto legge numero 11 del 16 febbraio 2023, è stato approvato nella sua forma definitiva alla Camera dei deputati con voto di fiducia. Ora passerà al Senato, che voterà entro il 17 aprile. La principale novità è data dalla previsione per le banche di sottoscrivere emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) con scadenza non inferiore a dieci anni ma a partire dal 2028. Gli sconti non utilizzati potranno essere trasformati in titoli almeno a dieci anni, entro il limite del 10% dei crediti di imposta compensati. Arriva, poi, una chance in più per i redditi bassi, con scarsa capienza fiscale: le norme introdotte consentono al contribuente, per le spese sostenute dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, di optare per il riparto della detrazione in dieci quote annuali a partire dal periodo d’imposta 2023. L’opzione è irrevocabile, però vale solo a condizione che la rata di detrazione relativa al periodo d’imposta precedente, quello 2022, non sia indicata nella relativa dichiarazione dei redditi. In soldoni (termine più che mai appropriato) spalmando su più anni la detrazione “cresce il numero dei contribuenti che hanno la possibilità di abbattere la loro imposta lorda con gli sconti fiscali, senza perdere dei soldi”, osserva Il Sole 24 Ore. Bocciata n Finanze alla Camera, come già si paventava, l’ipotesi dell’utilizzo in compensazione dei crediti degli F24 delle imprese. Dopo la discussione in commissione, che ha vagliato oltre trecento emendamenti, il problema dei 19 miliardi di euro di fatture incagliate potrebbe, o almeno si spera, conoscere una soluzione. Le agevolazioni previste riguardano essenzialmente i cittadini ancora alle prese con i lavori. Quelli che erano rimasti col proverbiale “cerino in mano”, per intenderci. Fino all’ultimo, però, è prevalsa l’incertezza: ieri il testo prima dell’approdo in serata nell’aula della Camera era, momentaneamente, ritornato in commissione Finanze per una modifica tecnica richiesta dalla Ragioneria generale dello Stato, proprio sull’emissione dei Buoni del tesoro. (Continua a leggere dopo la foto)
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In sostanza si è trattato di esplicitare che il primo utilizzo può essere fatto in relazione a emissioni “ordinarie”, effettuate a partire dal primo gennaio 2028. Proprio l’inserimento del termine “ordinarie” è stato richiesto dalla Ragioneria, dunque escludendo la possibilità che nel 2028 si possa ricorrere a emissioni “straordinarie”, con conseguenti ricadute sui conti pubblici. Viene altresì confermato, come già avevamo anticipato negli scorsi giorni, che circa le abitazioni unifamiliari, tipicamente le villette si potrà usufruire della detrazione maggiorata nella misura piena del 110% non più entro il 31 marzo, cioè domani, ma la proroga è differita al 30 settembre 2023, sempre che entro tale data siano stati effettuati almeno il 30% dei lavori previsti. Ora parliamo delle deroghe: ad essere esclusi dallo stop alle cessioni saranno innanzitutto i lavori agevolati con il bonus per le barriere architettoniche, così come quelli sugli immobili danneggiati dall’alluvione delle Marche e dai terremoti successivi al primo aprile del 2009, ovvero da quello dell’Aquila. Eccezione anche per Iacp, onlus e cooperative di abitazione. (Continua a leggere dopo la foto)

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Si è deciso di intervenire anche sul fronte della cosiddetta edilizia libera: la nuova norma prevede che, nel caso in cui non ci sia stato ancora l’avvio dei lavori entro il 16 febbraio, sconto e cessione potranno rimanere nel caso in cui l’acconto di acquisto sia stato versato entro il 16 febbraio.

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