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Mes, ma quale revisione: l’Italia ancora una volta accetta i diktat di Bruxelles senza battere ciglio

Pubblicato il 19/02/2020 10:44

Un’Italia che continua a bussare alle porte di Bruxelles senza troppa convinzione, sempre in punta di piedi. Mai abbastanza determinata da puntare il dito contro il vero problema dell’Unione, quelle regole che andrebbero riviste in toto e per le quali, invece, si pensa di volta in volta a delle possibili eccezioni. Ecco, allora, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avanzare durante l’Eurogruppo l’ipotesi di introdurre una certa flessibilità nelle regole comunitarie. Senza però, sia mai, metterne in discussione l’impianto, che si parli del Mes o delle regole di bilancio.

Mes, ma quale revisione: l'Italia ancora una volta accetta i diktat di Bruxelles senza battere ciglio

La proposta italiana è arrivata nel bel mezzo della discussione sul bilancio europeo 2021-2027, con possibile stanziamento di 1.300 miliardi parsi eccessivi ad alcuni Stati membri e poca roba ad altri. Resta però, di fondo, il problema di un’Unione Europea alla quale nessuno ha ancora il coraggio di guardare negli occhi, mettendo per esempio in discussione il fiscal compact attualmente vigente senza sperare che di volta in volta vengano concesse deroghe. Un coraggio che l’Italia non ha ancora trovato.

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Le tematiche da affrontare, in quel di Bruxelles, sarebbero tante. A partire, ad esempio, dalla sottrazione degli investimenti pubblici dal famigerato vincolo di bilancio. Ma soprattutto il Mes, argomento sul quale ancora una volta il nostro Paese continua a girare intorno senza mai intervenire. Le polemiche degli ultimi mesi sulle possibili conseguenze che la riforma del Meccanismo potrebbe avere sulla nostra economia hanno avuto il merito di portare l’argomento al centro dell’attenzione mediatica. Con risultati che, però, lasciano ancora a desiderare, nonostante gli impegni verbali presi dal governo.

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Più volte, dal fronte giallorosso, sono arrivate rassicurazioni in merito alla possibilità di modificare gli aspetti più controversi del Meccanismo. Modifiche che però, a quanto pare, in realtà non sono possibili, se non per aspetti secondari che riguardano le clausole di azione collettiva. Pd e Cinque Stelle si erano impegnati ad alzare la voce per ottenere una revisione ben più ampia, ma al momento i risultati latitano. Che sia il caso di battere, una volta tanto, il pugno sul tavolo?

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