Dal 10 gennaio, come è noto, sarà obbligatorio passare al mercato libero dell’energia per il gas; poi, in aprile toccherà all’elettricità. Un cambiamento non certo indolore per le tasche dei cittadini, aggravato peraltro dal rischio di essere soggetti a raggiri di vario genere. I truffatori sono in agguato. Già le truffe nel settore energetico non sono una novità, ma ora, tra finti call center, siti web clonati, email e sms fasulli, nella rete sono cascati ben 210mila cittadini delle Marche, causando loro un danno medio di 300 euro a testa: il totale delle truffe ammonta a 62 milioni di euro, dato che rappresenta il 25% in più rispetto al dato del mese di maggio del 2022. “Una truffa su due – ha spiegato il segretario nazionale dell’associazione dei consumatori Adusbef, Floro Bisello – avviene tramite call center; un contratto truffaldino su cinque viene concluso sull’uscio della porta e tre truffe su dieci tramite mail false con link ad un sito clone di quelli ufficiali come Enel, Hera, Sorgenia”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come aggirare il rischio truffa
Secondo i dati dell’Adusbef, il 64% dei truffati sono giovani tra il 1983 e il 1997; il 22% tra i 41 e i 56 anni e l’11% tra i 57 e i 64 anni. Inoltre, alcune province hanno una percentuale di truffati più alta rispetto ad altre. Ad esempio, quelle di Ancona, Macerata, Pesaro, Ascoli e Fermo contano rispettivamente il 14%, l’11%, il 10,5%, il 10% e l’8,5% di persone truffate. I dati, si noterà, restituiscono un quadro piuttosto eterogeneo per fasce d’età. Per evitare di cadere vittima di queste truffe, è opportuno non solo controllare il prezzo dell’energia attuale ma anche richiedere e valutare preventivi su base annua. Soprattutto, è consigliabile non accettare offerte telefoniche: il suggerimento è quello di recarsi direttamente presso gli sportelli delle aziende per documentarsi, magari con l’ausilio di un esperto del settore. In questo modo si potranno valutare, in tutta sicurezza, e dunque comparare le differenti offerte. Regola d’oro per qualsiasi conversazione telefonica riguardante le offerte di luce e gas è quella di non fornire, anche se richiesti, i codici Pod, per l’energia elettrica, e Pdr, per la fornitura del gas. Si tratta dei codici alfanumerici sulle bollette che servono a identificare l’utenza, giacché essi non cambiano neanche quando viene effettuato il passaggio ad un altro operatore. Un ulteriore elemento per capire se si viene contattati da un truffatore è notare se il presunto operatore telefonico insiste nell’attivare in fretta il contratto proposto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Che succede con l’addio al mercato tutelato
Ad ogni modo, “l’unico strumento ufficiale – ancora nelle parole del segretario dell’Adusbef, Floro Bisello – è il comparatore pubblico ilportaleofferte.it. Piattaforma che mette a disposizione un motore di ricerca di semplice utilizzo e fornisce informazioni su funzionamento ed evoluzioni attese dei mercati”. Questi erano i suggerimenti che l’Adusbef ha affidato al Corriere Adriatico. Un consiglio che noi ci permettiamo di aggiungere è quello di non farsi prendere dall’ansia: le famiglie che, entro il 10 gennaio, non saranno passate al mercato libero non rischiano nessuna sanzione, né di rimanere da un giorno all’altro senza gas o luce. I clienti ritardatari riceveranno dai fornitori un’offerta simile alle condizioni che avevano nel mercato tutelato, ovvero il cosiddetto “Placet”, acronimo di Prezzo libero a condizioni equiparate di tutela. Dall’1 aprile 2024 saranno chiuse anche le tariffe a maggior tutela sulla bolletta della luce e chi non sottoscriverà un contratto con un operatore del mercato libero passerà automaticamente al Servizio a Tutele Graduali (Stg), in cui le condizioni contrattuali ed economiche saranno definite dall’autorità Arera, la Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, anche sulla base degli esiti di procedure concorsuali. (Continua a leggere dopo la foto)
Cosa fare se si è stati truffati
Per segnalare comportamenti scorretti, truffe o attivazioni di contratti non richieste è sempre possibile contattare l’Antitrust. È possibile compilare il modulo online, inviare una pec all’indirizzo protocollo.agcm@ pec.agcm.it oppure, in alternativa, inviare una raccomandata a: Autorità garante della concorrenza e del mercato, piazza Giuseppe Verdi 6/A – 00198 Roma
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