Contestualmente alle diatribe sull’approvazione del Mes, il dibattito politico-economico si concentra anche sulla decisione, comunicata giovedì da Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, di innalzare i tassi d’interesse di 50 punti base (portandoli al 2%), la stessa soglia stabilita dalla Federal Reserve in questi giorni. “Non ho capito il regalo di Natale che la Presidente Lagarde ha voluto fare all’Italia”, ha subito replicato Maurizio Crosetto, ministro della Difesa. Crosetto, in assenza di Giorgia Meloni impegnata a Bruxelles, parla di “decisioni prese e comunicate con leggerezza e distacco”, ravvedendo nella decisione un grave rischio, potenzialmente capace di “togliere l’ossigeno agli Stati e all’economia reale”, come si può leggere anche nel blog di Nicola Porro. I più a rischio sono i titoli di Stato. In sostanza, l’innalzamento potrebbe generare un rischio default per i Btp a scadenza e per lo Stato italiano, facendoci ripiombare in una situazione analoga a quella del 2011. Infatti, se analizziamo gli effetti dell’innalzamento dei tassi, preoccupa la riduzione del Quantitative Easing, attraverso il mancato reinvestimento dei titoli di stato in scadenza. Lagarde, infatti, ha annunciato dal prossimo mese di marzo un parziale ritiro degli acquisti di asset – il cosiddetto Quantitative easing, tra le poche misure della Bce che avessero un senso – di 15 miliardi al mese, pari a circa la metà dei titoli che mensilmente giungono a scadenza e che la BCE reinveste. Come sempre, dall’Eurotower di Francoforte, sede Bce, le decisioni tutelano le banche più che il cittadino. (Continua a leggere dopo la foto)
Ci si può spingere sino a parlare di ricatto, come fa Matteo Salvini, il quale ha commentato parlando di una norma “che brucia miliardi di euro di risparmi in Italia e in tutta Europa”. Nel frattempo, un peggioramento si è subito registrato sullo Spread, salito a 207 punti base, a fronte di una crescita del rendimento dle Btp decennale al 4,15%. Il “ricatto” di cui pocanzi si precisa nelle stesse parole della Lagarde, a testimoniare il nesso tra la misura sui tassi d’interesse e la approvazione del Mes, o fondo “Salva-stati”. Sollecitata dai giornalisti, l’economista francese si è, infatti, augurata che l’Italia “ratifichi presto il Mes”. Tornando, ancora, all’innalzamento dei tassi d’interesse, ciò potrebbe comportare un crollo dei valori dei titoli di stato sui mercati finanziari, con conseguenti perdite consistenti per i risparmiatori italiani, “sia quando li acquistano direttamente che quando investono in prodotti finanziari che li hanno in portafoglio”, secondo l’analisi che Paolo Becchi e Fabio Conditi hanno illustrato sul blog di Nicola Porro. (Continua a leggere dopo la foto)
Ricatto, lo riconosciamo, è una parola forte, ma Il nostro grande debito pubblico (pari a più di 2.700 miliardi di euro) contrariamente a quanto avveniva sino a trent’anni fa, è oggi detenuto principalmente dai mercati finanziari sotto forma di Btp a media-lunga scadenza: sono quelli preferiti dagli investitori finanziari, e non certo dalle famiglie italiane.
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