Finire tra i prescelti nella corsa alle nomine delle partecipate da oggi in poi sarà un po’ più semplice. A deciderlo, il ministero del Tesoro, che si prepara alla lotteria che scatterà in primavera con 20 caselle da riempire direttamente e ben 70 in maniera indiretta. Il tutto con dei criteri di eleggibilità che, come rivelato da Il Fatto Quotidiano, sono stati resi meno rigidi, con una bozza già pronta e destinata a modificare la procedura.
Il passaggio chiave del testo è la modifica dei criteri, con le verifiche dei requisiti che non spetteranno più al ministero del Tesoro. Basterà un’autocertificazione fornita dai candidati e raccolta attraverso società di cacciatori di teste. Un passo indietro rispetto alla direttiva dell’ex ministro Saccomanni, che nel 2013 si era mosso in direzione opposta introducendo dei requisiti più rigidi per i candidati. Tra questi anche l’ineleggibilità per chi fosse stato rinviato a giudizio per corruzione o reati finanziari. Una modifica che, in realtà, era poi stata soltanto parzialmente applicata.
Soltanto alcune società avevano infatti deciso di inglobare la direttiva nel proprio statuto, e tra queste nessuna era quotata. Fs lo ha fatto, per dire, Enel in un primo momento sì salvo ripensarci poi frettolosamente (nel 2015 ha eliminato la decadenza dei vertici a seguito di rinvio a giudizio), Eni o Leonardo ancora oggi non hanno mai inserito alcuna clausola etica e infatti in cima ai rispettivi organici siedono Claudio Descalzi, imputato nel processo a Milano per la maxi-tangente in cambio del giacimento nigeriano Opl 245, e Alessandro Profumo, imputato anche lui in diversi procedimenti. Il governo Gentiloni nel 2017 aveva poi cestinato la direttiva Saccomanni.
Oggi il governo giallorosso ha deciso di non tornare a quei requisiti più stringenti: nella bozza sarebbe infatti previsto che il Dipartimento del Tesoro assicura un’istruttoria tecnica da sottoporre al ministro per individuare eventuali candidati servendosi dei cosiddetti cacciatori di teste, questi ultimi selezionati con una gara che non prevede oneri per lo Stato. A controllare che il candidato abbia i requisiti necessari saranno dunque il candidato stesso, tramite autocertificazione, e gli organi interni della società in cui andrà a ricoprire un incarico.
Ti potrebbe interessare anche: https://www.ilparagone.it/attualita/cina-bloccata-coronavirus-mercato/