La liberazione di Patrick Zaki è una bellissima notizia, di cui tutti dovremmo gioire, eppure in Italia si riesce a creare polemiche – pretestuose – anche su questo. In realtà, è stato lo stesso Zaki a trasformare, appena un attimo esser stato scarcerato, in un caso politico persino la sua liberazione, un innegabile successo diplomatico, avendo rifiutato alcun contatto con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: il ragazzo tornerà oggi stesso a Bologna, la città in cui studiava e di cui presto sarà cittadino onorario, ma ha rifiutato il volo di Stato perché “non vuole stringere la mano alla premier Meloni”, come leggiamo sul quotidiano Libero. Secondo quanto appreso, Patrick Zaki voleva evitare il rientro con volo di Stato, preferendone uno di linea, infatti, precisamente per evitare l’incontro con esponenti del governo Meloni, di cui è evidentemente, e notoriamente, un detrattore. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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— Controcorrente (@Controcorrentv) July 21, 2023
Ne parliamo con @gparagone a #Controcorrente pic.twitter.com/xxwCVMPQ3D
“Passerelle politiche” o un (doveroso) ringraziamento?
Ecco perché, ospite di Veronica Gentili a Controcorrente, su Rete 4, il leader e fondatore di Italexit, Gianluigi Paragone, è costretto a constatare: “Ci si deve infognare sempre nelle solite polemiche – ha detto Paragone, dialogando a distanza con Paola De Micheli del Pd, ospite in collegamento – Non vuole prendere il volo di Stato, va bene. Mi auguro che abbia l’accortezza e un po’ anche la decenza di capire che, anche se questo è un governo di centrodestra e magari non è il governo dei suoi sogni, comunque gli ha restituito la libertà”. Niente passerelle politiche, come invocava de Micheli, eppure, come già annunciato dal Comune di Bologna (a guida Pd), la città ospiterà una festa pubblica in piazza Maggiore la prossima domenica 30 luglio. “Quindi forse un passaggio – ancora nelle parole di Gianluigi Paragone – un riconoscimento espresso, solido, importante nei confronti del governo, che rappresenta quindi le istituzioni di quel Paese che lo sta ospitando e gli ha restituito la libertà, mi sembra sia da parte di Zaki riconosciuto apertamente”. (Continua a leggere dopo la foto)
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La vicenda di Patrick Zaki
Patrick Zaki fu arrestato il 7 febbraio 2020 dalle autorità egiziane, di ritorno da Bologna, dove stava frequentando un Master universitario, per via delle sue attività di denuncia e divulgazione delle persecuzioni della minoranza cristiana copta in Egitto. Il 19 luglio 2023 il presidente egiziano al-Sisi gli ha concesso la grazia, ponendo fine alla detenzione durata circa tre anni.
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