Un Partito Democratico che continua a non decollare, nonostante l’avvento di Elly Schlein nel ruolo di segretaria. E che, anzi, dà segnali costanti di instabilità interna, segnato da profonde fratture. Questo è stato uno degli argomenti trattati durante il programma In Onda condotto su La7 da Luca Telese e Marianna Aprile. Ospite della trasmissione Paolo Mieli, che ha subito bocciato la “non corrente” di Stefano Bonaccini ‘Energia popolare’: “Nel giorno in cui, nel Pd, chiameranno corrente una corrente, quello sarà un giorno per loro importante come la rivoluzione d’ottobre. È dalla rivoluzione d’ottobre che hanno le correnti e le chiamano aree, sensibilità, agorà, inventano nomi… ma non si rendono conto che è ridicolo, penoso”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il giornalista ha poi sottolineato la forte continuità, a suo dire, tra l’operato di Giorgia Meloni e quello del suo predecessore, Mario Draghi: “È passato un anno dalla caduta di Draghi e Giorgia Meloni ha preso le stesse posizioni di politica internazionale di Draghi, le stesse posizioni economiche di Draghi. L’unica cosa che ha fatto differente da Draghi, in modo anche pasticciato, è la questione giustizia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Per Mieli della giustizia “ve ne occuperete tutta l’estate perché è il nostro divertissement. Ogni giorno arriva un personaggio nuovo e siamo costretti a occuparcene perché altrimenti è un seguito di una cosa che morì un anno fa”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Draghi ebbe come vero amico, all’interno della maggioranza, Enrico Letta – ha poi concluso Mieli – È un partito confuso. L’ho detto tante volte, a me Elly Schlein piace. Penso che sia una candidata vincente. Prenderà un grande risultato. Non vincerà rispetto al centrodestra. Ciò detto, quel partito tutte le stupidaggini che può fare le fa. Oggi ho visto che avrebbero cambiato Cuperlo, che è un personaggio colto, stimato, con Zingaretti, che è un personaggio nobilissimo, ex segretario, ma si capisce che è un’operazione da corrente. Per il resto ripeto è stata Meloni l’unica alleata di Draghi”.