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Addio a 300 posti di lavoro! Il “liquidatore” chiude un altro pezzo della nostra storia

Pubblicato il 07/04/2022 13:09 - Aggiornato il 07/12/2022 17:58

Mentre il governo italiano continua a parlare di sforzi necessari al raggiungimento della pace in Ucraina, con Draghi che si è rivolto ai cittadini chiedendo apertamente “volete la fine della guerra o i condizionatori accesi?”, ecco arrivare le prime, terribili notizie figlie dei rincari. Come riportato dalla testata Umbria24, infatti, l’azienda Colussi di Petrignano d’Assisi sarebbe prossima alla chiusura perché non più in condizione di lavorare a causa dell’aumento nel costo del gas e delle materie prime.

Un colpo troppo duro per l’azienda, che si è trovata a fare i conti con un boom nei prezzi senza precedenti e ha quindi dovuto mettere in cassa integrazione 300 dipendenti. Se non si troverà una soluzione presto, il rischio è che possano trasformarsi in altrettanti licenziamenti. La Colussi ha comunicato la decisione spiegando di non riuscire piùa essere competitiva e di aver perso un grosso contratto, rimanendo senza più ordini.

Non si tratta del solo caso di aziende che si sono ritrovate a dover fare i conti con delle condizioni economiche sempre più difficili. Proprio in questi giorni, infatti, è arrivato l’allarme di Confindustria, secondo la quale il 16% delle aziende italiane avrebbe già ridotto il personale o addirittura chiuso, non riuscendo più a far fronte alle spese: soltanto in Lombardia sarebbero già 360 le attività che hanno abbassato definitivamente la saracinesca.

Un’emergenza che spinge a riflessioni molto serie sul da farsi, visto che gli imprenditori in difficoltà si moltiplicano giorno dopo giorno. Molti utenti si stanno chiedendo sui social se non sia il caso di rivedere la strategia del governo, che continua a insistere nelle sanzioni alla Russia di Putin. La pace è quanto mai auspicabile, ma il peso di queste scelte ricade, di fatto, soltanto sugli italiani. Con risultati, purtroppo, già drammatici.

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