Anche da queste colonne stamattina, 22 aprile, avevamo incoraggiato l’iniziativa partita dal web di inondare il sito della Commissione europea di commenti e giudizi a sfavore del cosiddetto passaporto vaccinale, il Green Pass. Molti utenti italiani hanno sposato la causa, e la pioggia di pareri negativi è arrivata. Una pioggia fitta, pericolosa in quel di Bruxelles. Tanto che più di un cittadino ha segnalato che per ore la pagina in cui si potevano inserire i propri commenti è stata bloccata. Un solo messaggio: “La pagina è al momento in manutenzione”. Un caso? Difficile. In Italia e in Europa è infatti accesissimo il dibattito sui cosiddetti passaporti vaccinali. (Continua a leggere dopo la foto)
E mentre il nostro governo ne sta già varando uno, in Europa si procede per formalizzare un Green Pass per tutti i cittadini dell’Ue. Fino a tutta la giornata di oggi, 22 aprile, è infatti aperta la consultazione pubblica della Commissione Europea sul passaporto vaccinale, che è al voto in Parlamento europeo il 28 aprile. Ciascun cittadino può dire la sua e commentare sulla pagina che poi è stata “temporaneamente” bloccata. Ad aprire la scheda si leggono già migliaia di commenti a sfavore del Green pass. (Continua a leggere dopo la foto)
L’invito è quindi quello di continuare a entrare in massa sul sito della Commissione e commentare negativamente questa iniziativa per bloccarla. Più si è, più si ha voce. L’opinione si può mandare anche in lingua italiana, e in forma anonima. La Commissione Europea legge e tiene in considerazione questi commenti, quindi è bene dire la propria. L’Ue sta puntando infatti ad un certificato digitale per consentire il ripristino della libera circolazione all’interno degli Stati membri in vista della stagione estiva. (Continua a leggere dopo la foto)
Il lasciapassare si chiamerà “Digital Green pass” e farà il suo debutto l’1 giugno, con un anticipo di quindici giorni rispetto al calendario inizialmente previsto. L’obiettivo è quello di renderlo pienamente operativo in tutti Paesi entro l’1 luglio. Tutto questo comporta una valanga di nostri dati sanitari e sensibili da dare in mano a non si sa chi. Quali piattaforme gestiranno i dati? Come viene tutelata la privacy? E poi questo pass che livello di discriminazione ha? E chi non può fare il vaccino? E a chi non viene ancora fatto perché la campagna vaccinale va a rilento? E chi non si vaccina per scelta? Si creeranno così altri cittadini di Serie A, altri di Serie B e altri ancora di Serie C. Eccola l’Ue.
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