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CostaVolpara, la band che spopola sui social dopo il No ai concerti in cui si richiede il Green Pass

Pubblicato il 07/08/2021 12:12 - Aggiornato il 07/08/2021 12:17

C’è un gruppo musicale nella provincia di Viterbo, i CostaVolpara, che sta facendo parlare molto di sé in queste ore, soprattutto sui social. Perché? Perché hanno deciso, dopo l’introduzione del Green pass obbligatorio, di annullare tutti i loro concerti dal vivo (ogni anno superano i 200 appuntamenti live) nei posti che richiedono il lasciapassare sanitario per accedere ai loro spettacoli, anche quelli all’aperto. È successo infatti che il gruppo, che vanta una carriera ventennale, si sia trovato costretto ad annullare un concerto fissato per il giorno 12 agosto nel comune di Vetralla proprio per la richiesta da parte dell’organizzazione del Green pass al pubblico. Il leader della band, Antonello Giovanni Budano ha scritto un post su Facebook per spiegare le sue ragioni e nel giro di poco tempo ha raccolto centinaia di commenti, like e condivisioni. Tanto che il suo testo ha subito valicato i confini regionali. Cosa ha scritto il cantautore? (Continua a leggere dopo la foto)

“A seguito dei regolamenti relativi al lasciapassare sanitario (Grenn Pass) appena entrato in vigore, comunichiamo che, nostro malgrado, non terremo il concerto programmato per il 12/08/2021 a Vetralla, in Piazza della Rocca, nel contesto de ‘L’Estate vetrallese’. Siamo dispiaciuti in primis per coloro che aspettavano da tempo questa serata, in secundis per l’organizzazione che riteniamo essere vittima degli eventi. Ci rendiamo perfettamente conto che questa nostra scelta porterà ad una ulteriore rarefazione dei nostri spettacoli, ma fin da quando venne paventata l’idea del lasciapassare esprimemmo pubblicamente la nostra disapprovazione, pertanto non siamo mai stati qui a non fare ciò che abbiamo detto e pensato”. Poi aggiunge Budano… (Continua a leggere dopo la foto)

“Non entriamo nella discussione sanitaria, è nostro parere che non esiste e non esisterà mai malattia, guerra, cataclisma o altro che potrà legittimare l’impedimento alla libera circolazione e la socialità di qualsivoglia individuo. Esibirci a queste condizioni, a nostro avviso discriminatorie, significherebbe che ciò che abbiamo scritto e cantato in questi venti anni non avrebbe avuto alcun senso e noi saremmo vissuti e morti invano. Comprendiamo che non tutti possano approvare la nostra scelta. Mio padre accettò determinate imposizioni negli anni Trenta: non era malato, ebreo, zingaro o omosessuale, ma nel 1944 finì comunque in un lager a lavorare forzatamente per la IG Farben, eppure non fece altro che ‘seguire le regole’, questo mi disse”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sotto il post dei CostaVolpara si sono scatenati i commenti e – in modo molto sorprendente per tutti quelli che continuano a pensare che sia solo una sparuta minoranza quella che si batte per la libertà e contro l’obbligo vaccinale – molti hanno sposato la causa dell’artista e hanno espresso gratitudine, solidarietà e supporto, rilanciando il post stesso. Non sono mancate le polemiche, certo, alle quali Budano ha prontamente risposto, come in questo caso: “Nel nostro piccolo pubblico potrebbero esserci persone che per scelta personale o per altro impedimento non potrebbero assistere perché prive di lasciapassare. Questo non lo ritengo giusto e l’unico modo di far contare la mia presenza è imporre la mia assenza”. (Continua a leggere dopo il video)

Scrive ancora Budano rispondendo a un altro contestatore: “Le dico che se l’accesso agli spettacoli fosse stato interdetto ai vaccinati anziché ai non vaccinati avrei scritto la stessa identica cosa”. Tra gli oppositori, invece, ci sono stati anche quelli che hanno augurato alla band di “finire la carriera” per questa presa di posizione e chi si è lasciato andare a pesanti insulti. Proprio in piena pandemia, nel 2020, i CostaVolpara hanno pubblicato una canzone dal titolo Provaci in cui raccontava già tutto questo scenario che si sta puntualmente verificando. Tra le canzoni più note dei CostaVolpara ci sono La favola importante e Linda, finalista del Premio Pierangelo Bertoli.

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