Una campagna vaccinale “molto aggressiva e basata su evidenze scientifiche ridotte”. Che ha finito per creare discriminazioni nei giovani, separando chi aveva il diritto di andare a scuola e fare sport e chi, invece, no. Con risultati, oltretutto, decisamente al di sotto delle aspettative. A dirlo, si badi bene, non è un leader dell’opposizione schierato contro il governo Draghi per principio, ma l’epidemiologa Sara Gandini, direttrice dell’unità “Molecular and Pharmaco-Epidemiology” presso il dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e autrice di un blog sulle pagine del Fatto Quotidiano.
In un articolo pubblicato sulla testata Comune.info, Gandini ha citato uno studio di Lancet che mostra come “l’efficacia della vaccinazione è stata significativamente inferiore a quella che ci si aspettava e che era stata presentata nello studio clinico che ha portato all’approvazione del BNT162b2 nei bambini: 90,7 per cento nello studio di approvazione contro 29,4 per cento in questo importante studio. Ora anche Repubblica se ne rende conto. Speriamo non sia solo strumentale per ripartire di nuovo con le nostre simpatiche campagne vaccinali ‘modello italiano’. Fortunatamente nei bambini la malattia grave per covid-19 è estremamente rara”.
“Segnalo un articolo appena uscito – ha aggiunto Gandini – che racconta che il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) ha presentato dati altamente fuorvianti sul rischio di Covid-19 per i bambini quando i suoi consulenti esperti di vaccini hanno votato per raccomandare i vaccini per i bambini sotto i cinque anni. L’agenzia ha presentato uno studio pre-print (non ancora rivisto) che classifica le cause di morte nei bambini:lo studio sostiene che la Covid-19 è stata una delle principali cause di morte per i bambini negli Stati Uniti durante la pandemia di coronavirus, ma diversi ricercatori hanno subito messo in evidenza importanti difetti nei dati che li hanno resi fuorvianti”.
Un castello di bugie, insomma, che inizia a crollare: “Riporto anche un altro articolo su BMJ che mostra come la mortalità sui bambini sia stata sovrastimata dal CDC. La minore severità di Omicron rispetto a Delta anche nei bambini è sostenuta anche in un articolo su Nature”. Analisi perfettamente in linea “con i risultati dei due studi pubblicati che misurano l’efficacia del vaccino contro la Covid-19 grave nei bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Il primo studio, basato su un campione di 9181 casi, ha rilevato un’efficacia del vaccino contro le visite al pronto soccorso e alle cure urgenti del 46 per cento, leggermente superiore alla nostra stima del 41 per cento contro la malattia grave. Il secondo studio riporta un’efficacia del vaccino contro i ricoveri ospedalieri (68 per cento) superiore a quella riportata nel nostro studio, ma in questo studio è stato utilizzato un intervallo sostanzialmente più breve dopo la vaccinazione (mediana di 34 giorni)”.
“Gli studi sugli adulti avevano mostrato una efficacia alta rispetto alla covid-19 sintomatica, e fortunatamente anche rispetto alla malattia grave si conferma l’efficacia anche con la ondata della Omicron. Io penso che dovremmo esserne felici perché questo ci dà tranquillità nei confronti dei soggetti fragili, anziani, a più elevato rischio e in un’ottica di prevenzione personalizzata è un dato importante. L’efficacia cala un po’ nel tempo ed è minore con la Omicron ma rimane abbastanza buona. Certo il vaccino non garantisce l’eternità e nelle persone più fragili un richiamo nel tempo potrebbe essere necessario. Fortunatamente negli anziani gli effetti collaterali sono minori che per i giovani. Ma riguardo ai bambini sani la situazione è ben diversa”.
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