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“Di che colore vuoi tuo figlio?”. Utero in affitto, l’ennesima follia: l’agghiacciante “catalogo” per i bambini

Pubblicato il 28/03/2023 11:35

Una sorta di catalogo a colori, come quelli che vengono presentati agli occhi delle giovani coppie alla ricerca dell’arredamento perfetto per la loro futura abitazione. Al centro, però, non ci sono mobili o carta da parati ma bambini da far nascere, selezionandoli per tonalità: dal bianco “ariano” al nero “africano”, a seconda delle preferenze. Ancora una volta a far discutere è il tema dell‘utero in affitto, sul quale è intervenuto nelle scorse ore il ministro per la Famiglia Eugenia Maria Roccella parlando di “deriva razzista”. Una tesi confermata da un catalogo pubblicato dal Secolo d’Italia e che fa riferimento a una delle tante agenzie internazionali che si occupano di mettere in collegamento donne pronte a diventare mamme con coppie disposte a pagare per realizzare il sogno di diventare genitori. (Continua a leggere dopo la foto)
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utero in affitto catalogo

A inorridire, oltre alle modalità, sono assurde storture come quella che vuole i bambini di colore, inspiegabilmente, avere un “costo” più basso degli altri. In queste ore, il governo Meloni ha annunciato di volersi battere per l’introduzione del reato universale in riferimento a qualsiasi ipotesi di maternità surrogata a pagamento. Con le opposizioni, però, pronte a dar battaglia. (Continua a leggere dopo la foto)
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Eppure per capire l’assurdità del fenomeno basterebbe dare un’occhiata all’agenzia californiana Extraordinary Conceptions, che consente ai futuri genitori di scegliere etnia del futuro figlio e colore degli occhi e dei capelli della donna pronta a donare i propri ovuli, come a voler “plasmare” il proprio bambino a piacimento: “La nostra agenzia vanta più di tremila donatrici. Per il vostro futuro bambino potete scegliere il colore dei capelli, quello degli occhi, della pelle. Addirittura vi possiamo aiutare a prevedere le attitudini di vostro figlio”. (Continua a leggere dopo la foto)

Le “donatrici” possono avere tra i 18 e i 29 anni e devono rispondere a domande a dir poco agghiaccianti come “Hai in famiglia qualcuno con sindrome di Down? Hai subito stupri o molestie sessuali? Hai avuto malattie genetiche?”. Secondo il Secolo d’Italia, per diventare donatore si firma poi un contratto che prevede un trattamento a base di iniezioni giornaliere per aiutare a stimolare lo sviluppo delle uova. In totale per un figlio si arrivano a guadagnare circa 6 mila euro.

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