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“Vogliono prendersi le nostre spiagge”. Tremonti attacca l’Ue: “Le armi per difendere la nostra sovranità”

Pubblicato il 19/05/2022 09:31

Il professor Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia, è stato intervistato da Giuseppe Liturri per La Verità sulla legge annuale sulla concorrenza che è una riforma cosiddetta “abilitante” del Pnrr, senza la quale non riceveremo i pagamenti delle rate semestrali. Insomma, l’ennesimo ricatto di Bruxelles. Per i burocrati dell’Ue la concorrenza deve esserci anche nell’assegnazione in concessione a favore di soggetti privati delle aree demaniali marittime. E questo è uno dei nodi nevralgici dello scontro tra Roma e l’Europa, la quale sta facendo di tutto per mettere le mani sulle nostre coste. Spiega Liturri: “Nel 2018 una legge promossa dal ministro Marco Centinaio aveva esteso al 2033 la durata delle concessioni. Subito dopo, con una lettera di messa in mora, la Commissione ha ridotto a carta straccia le norme nazionali, fino ad arrivare nel novembre 2021 a una sentenza del Consiglio di Stato che è stata tranciante: la durata delle concessioni potrà estendersi fino al 31 dicembre 2023, data entro la quale le concessioni balneari devono essere riassegnate tramite gare pubbliche”. (Continua a leggere dopo la foto)

La pretesa della Commissione trova fondamento giuridico nella ormai famigerata direttiva Bolkestein del 2006 sulla liberalizzazione dei servizi: “La fornitura di servizi ad accesso limitato (come gli stabilimenti balneari che sorgono necessariamente su aree demaniali) deve essere preceduta da una gara, non sono tollerate posizioni di monopolio. Ma, come spesso accade, il diritto comunitario genera figli e figliastri, con l’Italia spesso in quest’ultimo ruolo”. Spiega dunque Tremonti: “In questi anni molto è stato fatto e detto e giudicato sulla Bolkestein ma – credo – riservando non sufficiente considerazione a un elemento essenziale: l’elemento costituzionale. Non è stata riservata sufficiente considerazione a un dato essenziale: la Bolkestein è del 2006, il Trattato di Lisbona è non solo successivo (2007), ma superiore per forza giuridica”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel Trattato è disposto quanto segue: “L’Unione rispetta l’uguaglianza degli Stati membri e la loro identità nazionale, insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compresa il sistema delle autonomie locali e regionali”. Questo disposto, secondo Tremonti, “è perfettamente allineato con i principi costitutivi originari e propri dell’ordinamento europeo, a partire dal Trattato di Roma del 1957. Un Trattato per cui gli Stati devolvevano a Bruxelles quanto necessario per integrare il Mec, ma espressamente si riservano tutte le altre competenze e in specie le competenze sovrane. È stata in questa logica la riserva statale espressa in materia di imposizione diretta. Questo – no taxation without representution – il nucleo democratico della sovranità statale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il diritto europeo sta pian piano azzerando le competenze – e quindi le sovranità – nazionali. Argomenta Tremonti: “La globalizzazione ha portato a una quasi illimitata estensione dell’ideologia del mercato. È vero che, in questi termini, la Bolkestein sublima l’ideologia mercatista concentrandola nella formula della concorrenza, ma restano tuttavia insuperabili i principi costituzionali contenuti nel Trattato e nella Costituzione. Tra l’altro va notato che l’art. 117, primo comma, prevede la concorrenza come competenza esclusiva dello Stato. In questi termini un precedente fortemente indicativo è comunque quello costituito dalla sentenza della Corte costituzionale spagnola (numero 223 del 2015). Una sentenza che, in Spagna, ha escluso l’applicazione della Bolkestein alle concessioni demaniali”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Tremonti, dando un altro schiaffo all’Ue e al governo: “Lo stesso dictum può – deve – essere riferito al caso dell’Italia. Nella nostra Costituzione la materia demaniale è infatti regolata nella parte prima e non può essere bypassata da una normativa come quella contenuta nella direttiva. Una direttiva il cui campo di applicazione trova un limite – si ripete – nel combinato disposto del Trattato europeo e della Costituzione italiana. Tutta la giurisprudenza sinora sviluppata sulla Bolkestein è stata sviluppata dal lato del ‘mercato’ ma non può superare gli elementi erariali e demaniali che, per Costituzione, sono centrali nella struttura dello Stato”. E qui entra in ballo, però, il ricatto dell’Europa all’Italia attraverso i soldi del Pnrr. Chiosa Tremonti: “Si assume che le riforme in materia di concorrenza siano tra le riforme ‘abilitanti” per il Pnrr. […] Ma per come si è sviluppato in Italia questo lato, è evidente che ha preso la curva di una accentuata sottomissione“.

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