Vai al contenuto

Assaltano il palco di Italexit inneggiando alla brigata Azov. Costanzo: “Dimissioni Lamorgese, Prefetto e Questore”

Pubblicato il 15/05/2022 22:04

di Jessica Costanzo.


Ieri sera in piazza Castello, durante una serata di informazione autorizzata sulle decisioni del governo del Draghistan di tirare dritto con la via del riarmo, si è visto andare in onda il solito copione della questura e della prefettura di Torino verso chi manifesta pacificamente sollevando particolari scomodi.


All’arrivo c’era già un folto gruppo di striscioni e bandiere ucraine con slogan inneggianti il dubbio Battaglione Azov, senza ombra alcuna di ffoo vicine. Proprio per evitare ciò che è poi successo, abbiamo contatto Digos e polizia per prevenire provocazioni e disordini. Appena iniziato il mio intervento sul palco – dove ribadivo che la verità in guerra è la prima sconfitta e ringraziando chi come il giornalista Tony Capuozzo esterna tesi scomode, ma da un punto di vista di chi la guerra l’ha vissuta per 40 anni – sono stata interrotta ripetutamente da manifestanti pro Azov intenzionati a scavalcare energicamente le transenne.

Ai manifestanti ho ribadito il pensiero di Beatrice Hall: “Non sono d’accordo con il tuo pensiero ma darei la vita perché tu possa pacificamente esprimerlo”. La Polizia non è pervenuta per diversi minuti. Silenzio assenso? Non è la prima volta che succedono dinamiche simili, sembra che nella concezione di “mantenimento dell’ordine pubblico” nel Draghistan sia inclusa puntuale la copartecipazione di gruppi di antagonisti che agiscono indisturbati, per provocare illegittimamente.


Inutile ricordare il trattamento riservato al Senatore Paragone e alla deputata torinese Jessica Costanzo dalla polizia quando, all’arrivo di Draghi a Torino, venne impedito a due parlamentari, illegittimamente, di accedere alle vie del centro. È giunto il momento di chiedere le dimissioni del Questore, del prefetto di Torino, in compagnia con la ministra del moto ondulatorio Lamorgese e ribadiamo il nostro fermo No all’invio di armi.