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“Torno a lavoro a testa alta”. Il racconto del medico no vax Giacomini, finalmente libero di rimettere il camice

Pubblicato il 02/11/2022 12:54

Finalmente potrà tornare a fare il suo mestiere, quello di dedicarsi ai pazienti del suo studio. Dario Giacomini, 46 anni, ha dovuto aspettare la fine del clima da “caccia alle streghe” iniziato da Giuseppe Conte e proseguito da Mario Draghi, sotto la supervisione del sempre presente Speranza, per poter finalmente riavere la sua vita. Dirigente medico dell’Usi di Vicenza, prima della pandemia era stato responsabile di tutte le radiologie dell’Ovest Vicentino. Poi, però, ha scelto di far valere i propri diritti e non vaccinarsi soltanto perché obbligato dal governo, ritrovandosi così costretto a rinunciare alla propria professione. Oggi, a testa alta, è potuto tornare a indossare il camice. (Continua a leggere dopo la foto)

Intervistato da Repubblica, Giacomini ha ricostruito gli eventi degli ultimi mesi, a partire dalla decisione di stare dalla parte di chi si ribellava alle misure volute da Draghi. Ha perso il lavoro, ha creato il gruppo ContiamoCi con 5 mila soci e 50 mila seguaci su Telegram. Ora che l’esecutivo di Giorgia Meloni ha cancellato le regole anti-Covid, potrà anche tornare a lavoro. (Continua a leggere dopo la foto)

“Sono pronto a rientrare – ha raccontato il medico – anche se ci sono stati dei cambiamenti. La mia scelta ha avuto delle ripercussioni. Con un atto aziendale hanno scorporato l’Unità operativa semplice che dirigevo e così è decaduto il mio ruolo. Sono stato ricollocato in un ospedale periferico, quello di Noventa Vicentina”. (Continua a leggere dopo la foto)

“I vaccini – ha concluso Giacomini – sono stati un’operazione politica. Pfizer non ha mai dichiarato che il farmaco tutelasse dalla trasmissione del contagio. Il decreto legge 44, che imperniava tutto su questo, era una norma non veritiera e sulla base di questa norma decine di migliaia di persone hanno perso il diritto al lavoro. Che clima troverò rientrando a lavoro? Mi auguro positivo, ci sarà chi non ci vede bene ma col tempo conto di saper ricucire le ferite. Siamo una minoranza che rientra al lavoro, non vorrei un clima d’odio nei nostri confronti. Ritorno a testa alta, non sono un untore”.

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