Dopo aver completato il ricatto perfetto a danno degli italiani, con un’estensione del Green pass che impedisce addirittura il diritto al lavoro a chi non si piega alla dittatura sanitaria dei virologi-santoni, il governo Draghi può spostare altrove le sue mire. Questo non significa però, badate bene, che siano in arrivo buone notizie, anzi. La riforma del catasto allo studio dell’esecutivo rischia di trasformarsi infatti in una mazzata per tante famiglie, in un Paese dove esistono 25 milioni di proprietari di 35 milioni di immobili. Con il rischio di un vero e proprio boom di tasse.
In queste ore, Repubblica ha pubblicato sulle proprie pagine una simulazione basata sulla rivalutazione delle vecchie rendite catastali ai valori di mercato, con il passaggio dai vani ai metri quatri. Il risultato? Aumenti medi del 128% per estimi e Imu. Con un Isee addirittura quattro volte più alto. Vero che sono ancora possibili correttivi. Ma il rischio stangate è comunque concreto.
Draghi ha richiamato più volte la necessità di una riforma del catasto, inserendola poi nel Ricovery Plan e sottolineando come l’Europa ci chieda da anni un simile passo. E sì, se Bruxelles comanda il nostro governo non può certo rifiutarsi di obbedire. La prima bozza delle riforma fiscale contiene, non a caso, anche il catasto: rivalutazione dei valori catastali con il passaggio dalle rendite ai valori medi di mercato, ottenuti applicando un algoritmo, ricorso ai vani invece dei metri quadri per determinare il valore dell’immobile e semplificazione delle categorie catastal.
Stando a Repubblica, l’impatto sulle rendite catastali dell’adeguamento ai valori di mercato nelle grandi città potrebbe essere di quattro o cinque volte, con l’Imu sulle seconde case che potrebbe salire in media nazionale del 128%. A Roma si passerebbe da 2 mila a 5.640 euro all’anno (+183%). A Trento da 700 a 1.300 euro (+189%). A Milano da 1.800 a 4 mila euro (+123%). Inoltre, una revisione delle rendite catastali impatterebbe sul peso che la prima casa ha nel calcolo dell’Isee: “rivedere gli estimi gonfierebbe l’Isee di 75 mila euro medi (+318%), quattro volte tanto, con punte di 7 volte a Palermo e 6 a Catanzaro. Molte persone perderebbero agevolazioni come sconti sulle mense scolastiche, rette degli asili nido, tasse universitarie, bonus affitti, bonus bollette, rette delle Rsa, le residenze sanitarie assistite. Altri uscirebbero da programmi di sostegno alla povertà, come il Reddito di cittadinanza”.
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