Ecco la terza tappa del ciclo di articoli de Il Paragone volti a promuovere le bellezze meno conosciute dell’Italia e – più in generale – il turismo nel nostro meraviglioso Paese. Già, perché siete davvero sicuri di conoscere tutte le perle d’Italia? Vi accompagniamo noi in questo viaggio, chiedendovi di aiutare il turismo italiano: andiamo tutti in vacanza in Italia! Pronti? Si parte, oggi andiamo in Puglia, a godere di Taranto e dei suoi ori. Testimonianza della ricchezza della Magna Grecia e delle capacità orafe degli artigiani delle polis greche, gli Ori di Taranto sono esposti nella sezione interamente dedicata all’arte orafa del MArTA, il museo nazionale archeologico di Taranto.
Come si legge su puglia.com, “il pregio e la raffinatezza dei materiali di epoca ellenica, erano rafforzati dalle tecniche di lavorazione che, dalla martellatura alla cesellatura, passando per la filigrana e la granulazione, ne hanno restituito splendidi esempi di una cultura ricca e lussuosa. Anelli, collane, bracciali e corone – tra cui spicca per potenza ammaliatrice il diadema in oro impreziosito da diamanti duri – costituiscono la preziosissima collezione che tutto il mondo invidia alla Puglia. Le radici della terra pugliese passano anche da qui”.
Così è Taranto a custodire un tesoro dal valore sociale, culturale ed economico inestimabile. La “Sala degli Ori”, così è stata soprannominata la sezione orafa del MArTA, più volte ha catalizzato l’attenzione del mondo, affascinato dallo sfarzo della storia. La collezione è stata oggetto di una mostra internazionale che, negli anni ’80, rapì prima il pubblico di Milano e poi quello di Amburgo, Parigi e Tokyo. Il preziosissimo diadema è solo uno dei gioielli che costituivano gli antichi corredi funerari, a cui si aggiungono: gli orecchini a testa di leone, l’orecchino a navicella, lo schiaccianoci e la teca in argento a forma di conchiglia.
Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MArTA) nasce nel 1887 come un museo interamente dedicato alla Magna Grecia. Con il tempo, però, i reperti custoditi nell’ex convento di San Pasquale di Babylon, in corso Umberto I (attuale sede del polo museale) furono sempre più testimonianza della storia del territorio pugliese. Così il MArTA diventa custode dell’indissolubile legame tra la Grecia del IV secolo e la Puglia.
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