Uno dei provvedimenti più discussi degli ultimi mesi, il Superbonus 110% per i lavori edilizi, va verso una revisione che non mancherà di far discutere. Anche perché sulla forma finale della modifica non c’è ancora un’intesa definitiva all’interno della coalizione di centrodestra, impegnata nella formazione del prossimo governo e lacerata già da fortissime tensioni. In ogni caso, come hanno fatto sapere già alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, la revisione dell’incentivazione per gli interventi di efficienza energetica e antisismici ci sarà. (Continua a leggere dopo la foto)
E d’altronde, già durante la stesura del programma la futura premier Giorgia Meloni aveva detto che “il Superbonus nasceva da un obiettivo nobile. Ma la norma, come spesso accade, era scritta male e applicata peggio”. La sua attenzione sarà anche per le aziende “lasciate in ginocchio” dalla stretta Draghi, solo perché “avevano fatto il loro lavoro e seguito le indicazioni dello Stato”. Nel programma elettorale in effetti è entrato però un duplice aspetto: la “salvaguardia delle situazioni in essere” da una parte e un “riordino e armonizzazione degli incentivi” dall’altra. (Continua a leggere dopo la foto)
Come anticipato da Repubblica, il momento adatto per intervenire potrebbe esser la nuova Manovra finanziaria, alla quale ci si dedicherà il prossimo mese con tempi eccezionalmente stretti. Riordino significa cambiare probabilmente il calendario e le aliquote dell’incentivo. Ad ora, per i condomini c’è tempo fino a tutto il 2023 per sfruttare il Superbonus 110%, mentre gli interventi agevolati sui villini finiscono quest’anno per chi ha effettuato almeno il 30% dei lavori entro settembre. Già il governo Draghi ha previsto quindi un percorso di decalage degli incentivi, dal 70% del 2024 fino al 65% dell’anno dopo. (Continua a leggere dopo la foto)
“Si è ventilata – ha spiegato Repubblica – una revisione che comporti una differenziazione nell’aliquota di detrazione tra prime e seconde case. Nel primo frangente si passerebbe all’80%, nel secondo a una quota più bassa tra il 50 e il 65%. Sull sfondo c’è l’idea comune al centrodestra di andare verso un bonus unico, e quindi semplificare e unificare le aliquote dei vari bonus edilizi (oggi si arriva fino al 50%), scegliendone una tra il 65 e il 70%”. Il calendario delle agevolazioni potrebbe essere stravolto già a partire dal 2023. Con una clausola di salvaguardia per tutte le pratiche già autorizzate.
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