Effettivamente mancava all’appello, ma ora anche il finanziere George Soros scopre le carte e scende in campo, il campo della guerra. Quella guerra che l’establishment vuole duri a lungo e che sia tutta a favore degli Usa. Soros lo fa non a caso scrivendo proprio al presidente del consiglio italiano, Mario Draghi, chiedendogli di infondere più coraggio all’Europa verso la Russia, e ad affermare un progetto federale per il continente. Non è un caso che Soros abbia scelto Draghi come destinatario, in quanto al momento è l’unico totalmente appiattito sulle posizioni di Biden ed è l’unico in Europa che continua (sempre per volere degli Usa) la battaglia per le sanzioni contro la Russia. L’investitore ungherese ha reso nota la corrispondenza dal Wef di Davos, ripresa poi da Repubblica. E cosa si sono scritti? (Continua a leggere dopo la foto)
“Gli ho scritto ieri una lettera in cui dico che l’Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia”, ha detto Soros, che ha scelto Draghi in quanto leader europeo “in grado di far avanzare” le posizioni europee, e che ha “l’iniziativa, l’immaginazione, l’alta reputazione” necessarie per il braccio di ferro con Mosca e per far crescere il progetto federalista in Europa. “Non è l’unico leader, e in questo momento i politici europei sono in una fase creativa”, ha aggiunto il finanziere, che auspica “un passo avanti verso un’Europa parzialmente federata, sarebbe un vantaggio enorme. Putin – si legge nella missiva – sta chiaramente ricattando l’Europa minacciando di trattenere il gas, che ha messo a riserva piuttosto che alimentare le forniture all’Europa”. (Continua a leggere dopo la foto)
I prezzi sono così saliti, facendo guadagnare la Russia, ma “la posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo, e l’Europa è il solo mercato di sbocco russo”, con il rischio che la Russia debba chiudere in Siberia “circa 12 mila punti d’estrazione difficili da riaprire perché vetusti”. Per questo, dunque, l’Europa ha una carta da giocare: ed “è urgente che si prepari a usare il suo potere negoziale”, aggiunge Soros, anticipando al massimo i preparativi per rendersi indipendente dalla Russia, prima della prossima stagione fredda, quando Putin potrebbe chiudere i rubinetti con più danno per gli europei. A quel punto, la strada indicata dal finanziere sarebbe “imporre una pesante tassa sulle importazioni di gas, in modo che il prezzo al consumo non scenda, ma la Ue guadagni un gettito da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde”. (Continua a leggere dopo la foto)
In questo modo “la Russia non recupererà mai le vendite che ha perso” e l’Ue avrà dato un forte segnale di unità e assestato un colpo al “dittatore” di Mosca. “L’Europa sembra finalmente andare nella giusta direzione, dobbiamo mobilitare tutte le nostre risorse per porre fine alla guerra, occorre sconfiggere Putin il prima possibile”, ha detto, ancora, Soros, parlando ai giornalisti a margine del Forum economico mondiale, citando i piani federalisti di Enrico Letta e l’appoggio fornito da Draghi “più coraggioso di Scholz e i tedeschi sul gas russo”. Il finanziere ha criticato anche il leader della Cina, Xi Jinping, accomunandolo a Putin: “Due dittatori legati in un’alleanza senza limiti che governano con l’intimidazione, e che sono destinati a fare errori enormi”, tra i quali ha citato la politica ‘zero Covid’ di Pechino e l’invasione dell’Ucraina di Mosca.
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