Accade in Slovenia, il piccolo Stato a due passi da noi, e non ci resta che sperare in una sorta di effetto contagio. Lì il governo pare, di fatto, aver riconosciuto la dimensione liberticida oltre che incostituzionale delle misure contro il Covid-19, la più aspra, ed emblematica, delle quali è stata certamente il lockdown, come in Italia sappiamo fin troppo bene. Non dimentichiamo il vergognoso divieto anche di una semplice passeggiata al parco con i bambini, o le multe comminate a chi avesse osato disobbedire, commettendo il gravissimo delitto di uscire fuori di casa. Ma torniamo in Slovenia. Questa settimana è entrata in vigore una legge approvata a settembre: anche lì le misure erano piuttosto stringenti, e le multe sono state tante, talché il governo anziché “fare cassa” sta rimborsando migliaia di multe emesse nei confronti dei cittadini che hanno violato le norme anti-contagio in vigore durante il periodo della pandemia da coronavirus, sconfessando l’impostazione del precedente governo guidato da Janez Janša. (Continua a leggere dopo la foto)
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Annullate 62mila multe
Come spiegato dal ministro della Giustizia, Dominika Švarc Pipan, il processo di restituzione delle multe e dei costi procedurali sarà condotto d’ufficio e i fondi saranno forniti dal bilancio dello Stato: “L’obiettivo del governo è ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nello stato di diritto, significativamente compromesso dall’uso di una repressione eccessiva e incostituzionale durante la pandemia”, ha riferito il ministro, come possiamo leggere su Euronews. Dunque, tutte le infrazioni saranno cancellate dai registri ufficiali e tutti i procedimenti per l’applicazione delle sanzioni saranno interrotti. L’importo delle 62mila multe emesse, tra il marzo 2020 e il maggio 2022, ammonta a circa 5,7 milioni di euro, e 1,7 milioni sono stati effettivamente pagati dalle persone multate e che verranno, dunque, risarcite dallo Stato. Apriamo una parentesi per evidenziare che l’attuale esecutivo sloveno è un governo di centrosinistra, guidato dal primo ministro Robert Golob, del partito progressista Movimento Libertà, mentre da noi in Italia proprio tale campo politico si è dimostrato il più feroce, pedissequo e ottuso esecutore di politiche dissennate e controproducenti, nonché in netta opposizione con più di un articolo della Costituzione. Ma torniamo ancora una volta nella confinante Slovenia: già nel maggio del 2022 una sentenza della Corte Costituzionale di Lubiana aveva giudicato incostituzionale il modo in cui queste norme erano state formulate e applicate, stabilendo che comportavano una violazione dei diritti umani dei cittadini sloveni, e in particolare del loro diritto alla privacy. Intanto però il 30 per cento delle multe, pari a circa 1,7 milioni di euro, era già stato pagato. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una lezione di civiltà
L’annullamento e il conseguente rimborso sono un modo per rimediare “alle ingiustizie commesse contro i cittadini attraverso l’abuso del diritto penale e l’incostituzionale ed eccessiva violazione dei diritti umani”, ancora nelle parole della guardasigilli slovena. Nel novembre del 2020 sui social media e sui giornali del piccolo Stato era circolata la foto di un rider che veniva multato da due poliziotti perché si era tolto per qualche minuto la mascherina all’aperto per mangiare un burek (una sfoglia ripiena di formaggio e verdure, ricetta tipica slovena) mentre si riposava fra una consegna e l’altra. La multa ammontava addirittura a 400 euro e il caso era diventato un esempio dell’intransigenza delle forze dell’ordine e del governo, e aveva destato sdegno e molto probabilmente è stato alla base della disaffezione degli sloveni, che alle elezioni del giugno del 2022 hanno sconfessato in massa la precedente coalizione di governo. Non ci pare il caso di aggiungere altro, se non un apprezzamento per il piccolo Paese che ci ha dato una lezione di civiltà.
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