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“Servono misure impopolari”: Ricciardi anticipa le restrizioni per il contenimento dei contagi, cosa ci aspetta

Pubblicato il 25/06/2022 10:17

Da una parte gli italiani, che chiedono rabbiosamente di poter tornare alla loro vita di sempre sulla base di dati scientifici che sottolineano la scarsa pericolosità delle nuove varianti del Covid. Dall’altra il governo italiano capitanato dal ministro della Salute Roberto Speranza, deciso come sempre a rendere l’Italia un’eccezione nel panorama mondiale, il Paese delle restrizioni e degli allarmi continui. La fine dell’estate segnerà l’ennesimo ritorno all’emergenza, con nuovi obblighi pronti a scattare. Per avere la conferma di cosa ci aspetta, è sufficiente leggere l’ultima intervista rilasciata dal consigliere di Speranza Walter Ricciardi.

Alle pagine del Messaggero, Ricciardi ha infatti spiegato: “C’è una rimozione collettiva della pandemia. Le persone sono ansiose di riprendere la normalità, però così facendo alla fine si contagiano, e solo allora si rendono conto dell’errore commesso. Se si vuole evitare un virus estremamente contagioso, non ci si può affidare alla buona volontà dei singoli. Ci sono dati oggettivi sui quali basarsi per prendere decisioni e i governi devono avere il coraggio di adottare misure impopolari”.

“Questa nuova ondata era ampiamente prevedibile già a marzo – ha aggiunto Ricciardi con riferimento al recente aumento dei contagi – Ora può essere contenuta solo se si ripristinano una serie di mezzi di prevenzione. Quando si ha un virus poco contagioso, ci si può permettere che ci sia un 15-20 per cento di popolazione non protetta che circola liberamente. Ma quando si è di fronte a un virus così trasmissibile, non ci si può basare sul corretto comportamento individuale”.

Forse sarebbe servita qualche libertà in più per favorire l’economia? “Se si hanno balzi dei casi, come in questo momento, con un flusso di turisti maggiore rispetto a prima della pandemia e con la circolazione di persone che viaggiano in aereo senza mascherine, è chiaro che alla fine si compromette sia la salute che l’economia di un paese. A un certo punto, infatti, la pressione sarà così forte che si sarà costretti a prendere misure restrittive forti»

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