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“Lavori forzati”. La ricetta della sinistra per chi non riesce a pagare. Uno stato di polizia fiscale

Pubblicato il 04/06/2022 12:21

Le ultime dichiarazioni di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, hanno del clamoroso. Parlando di chi non paga le tasse, che non sono solo gli evasori, ma chi non riesce proprio ad arrivare a fine mese con gli stipendi italiani che sono i più bassi in Europa, un’inflazione alle stelle e due anni di pandemia gestiti come peggio non si poteva, Ruffini ha detto che il carcere non va bene, meglio “farli lavorare finché non ripagano la collettività. Preferisco mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività o farlo lavorare?”. Ruffini, simpatizzante del Pd e che partecipò anche alla Leopolda di Matteo Renzi, auspica dunque i lavori forzati per chi non riesce a pagare le tasse. Mette in fila i numeri degli italiani nel mirino della riscossione e afferma: “Sono 19 milioni le persone che hanno debiti con il fisco. Le abbiamo individuate, ma a chi conviene metterle tutte in cella?”. Quindi mettiamo 19 milio di italiani, che non sono tutti plurimilionari, ai lavori forzati? Compreso il pensionato con la minima che ha debiti con il Fisco? (Continua a leggere dopo la foto)

Ruffini poi precisa che dei 19 milioni che hanno cartelle esattoriali aperte, 16 milioni sono persone fisiche e 3 milioni di società, partite Iva: “Hanno fatto i maramaldi per tanti anni, usiamo strumenti che li facciano rientrare in carreggiata. Il mio sistema ideale è che i cittadini sappiano che chi non paga viene intercettato e deve per forza versare quanto non ha dato. Se così fosse, chi sarebbe così autolesionista da evadere? Negli ultimi 20 anni, abbiamo un patrimonio di soldi non pagati di mille e cento miliardi. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte, invece si fa finta di nulla, negli anni con la complicità della politica”. (Continua a leggere dopo la foto)

È dunque ora pronto un giro di vite del governo. Spiega Il Giornale: “Un algoritmo pronto a incrociare le banche dati del Fisco per scovare evasori. Una misura pronta da due anni, ma c’era stato lo stop dal Garante della Privacy. Ora invece il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, nell’ambito degli obiettivi del Pnrr, ha fatto sapere che «è stato trasmesso al Garante per la privacy lo schema di decreto ministeriale recante le procedure per la pseudo-anonimizzazione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate, ai fini dell’acquisizione del relativo parere». Si tratta di garantire che un soggetto non sia direttamente identificabile nell’analisi massiva dei dati della Guardia di Finanza, ma solo successivamente all’emersione di una posizione sospetta. In questo modo Agenzia delle Entrate e Fiamme gialle potrebbero passare al setaccio informazioni, conti correnti, proprietà immobiliari e altri beni”. (Continua a leggere dopo la foto)

Se il via libera del Garante arrivasse entro giugno, l’algoritmo incrocerebbe già i dati a partire da luglio. Dunque, mentre il Paese è alla fame, il governo e l’Agenzia delle Entrate puntano a massacrare tutti, dal pensionato al piccolo artigiano. Non è solo evasione fiscale dei milionari, ma di contribuenti che fanno la loro dichiarazione corretta ma poi non hanno la liquidità per far fronte alle tasse.

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