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“Rischio più alto con 2 o 3 dosi”: ancora una conferma dalla scienza (mentre l’Iss tace…)

Pubblicato il 18/08/2022 10:09

I non vaccinati si reinfettano meno rispetto a chi ha ricevuto una o più dosi dei farmaci anti-Covid. Questi gli esiti, sorprendenti, di uno studio pubblicato dal Journal of american medical association e del quale vi avevamo anticipato il contenuto, nei giorni scorsi, sulle pagine de Il Paragone. Un’indagine condotta in Islanda su un campione di 11.536 individui risultati positivi al virus durante la prima ondata: come evidenziato dai ricercatori, la probabilità di essere nuovamente infettati oggi dalle nuove varianti è risultata “più elevata tra le persone che avevano ricevuto due o più inoculazioni”.

Come vi avevamo spiegato, gli stessi autori della ricerca hanno comunque predicato la calma, sostenendo che i numeri riscontrati potrebbero non bastare, da soli, a spiegare il fenomeno, vista la difficoltà nel tener conto di variabili come la relazione tra infezione, idoneità al vaccino e patologie già esistenti nei pazienti. Ma di sicuro un simile studio meriterebbe quantomeno un approfondimento, visto che i numeri sarebbero l’ennesimo, durissimo colpo alla linea dura dei tifosi di restrizioni e obblighi vaccinali. Peccato però che, dalle nostre parte, nessuno sia intenzionato a indagare oltre.

L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) si è infatti limitato a sottolineare nel suo ultimo rapporto come la situazione contagi sembri al momento stabilizzata, confermando però come il tasso di reinfezione sia aumentato sensibilmente da gennaio a oggi. Eppure negli studi realizzati al di qua dei nostri confini non viene dedicato alcuno spazio agli sfortunati che si sono trovati nuovamente positivi al virus: mentre gli islandesi ne hanno tracciato un identikit, per capire quali soggetti sono più a rischio, da noi è una fitta nebbia ad avvolgere ogni dossier.

Sarebbe utile, invece, capire se quanto affermato dagli islandesi corrisponda o meno al vero. Anche perché nel frattempo una ricercatrice americana, Tracy Hoeg, che collabora da tempo con il dipartimento della Salute della Florida, ha anticipato su Twitter i risultati di un dossier che sembra confermare più o meno lo stesso trend: i pluri-vaccinati avrebbero un rischio maggiore di infettarsi nuovamente con il Covid rispetto a chi ha ricevuto soltanto una o zero dosi. Tra le ipotesi, quella che una stimolazione a intervalli troppo ravvicinati del sistema immunitario possa diminuirne le difese contro il patogeno.

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