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“I vaccinati si reinfettano di più”: i risultati cho dello studio, numeri che parlano chiarissimo

Pubblicato il 17/08/2022 12:51

La possibilità di infettarsi nuovamente con il virus SARS-CoV-2 aumenta nelle persone che hanno ricevuto due o più vaccinazioni, rispetto a chi invece si è sottoposto a una sola inoculazione o nessuno. A dirlo è uno studio approvato dal Comitato nazionale di bioetica islandese, che ha monitorato le persone infettate con il Covid all’interno del territorio nazionale e che si sono trovate nuovamente positive con l’arrivo della variante Omicron, la più diffusa oggi al mondo. La ricerca ha preso in esame la popolazione nell’arco temporale compreso tra il 1 dicembre 2021 e il 13 febbraio 2022.

“In questo studio di coorte basato sulla popolazione – scrivono gli autori dello studio – una percentuale sostanziale di persone ha sperimentato la reinfezione da SARS-CoV-2 durante i primi 74 giorni dell’ondata Omicron in Islanda, con tassi fino al 15,1% tra quelli di età compresa tra 18 e 29 anni. Un tempo più lungo dall’infezione iniziale era associato a una maggiore probabilità di reinfezione, sebbene la differenza fosse inferiore al previsto”.

Gli autori dello studio, che potete consultare integralmente al seguente link, hanno comunque suggerito cautela nell’interpretare i risultati della ricerca, visto che tra i limiti dello studio potrebbe essereci l’incapacità di dare il giusto peso alle complesse relazioni tra infezione precedente, idoneità al vaccino e condizioni sottostanti. Sottolineando allo stesso tempo, però, come il fenomeno della reinfezione sia più comunque di quanto si potrebbe immaginare.

Su un totale di 11.536 persone, con età media di 34 anni e lieve prevalenza di maschi sulle femmine, il fenomeno della reinfezione è stato osservato su 1.327 pazienti (11.5% del totale). Di questi, l’incidenza si è dimostrata maggiore (1,42% contro 0,95%), in proporzione, tra chi aveva ricevuto almeno due dosi rispetto a chi era ancora fermo alla prima o addirittura non vaccinato. Secondo gli autori, c’è ora da chiedersi se la variante Omicron fornirà, a chi la contrae, una protezione maggiore rispetto alle forme precedenti del virus o no.

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