Buone notizie per chi è attanagliato dai debiti. La nuova riforma della riscossione voluta dal governo punta a consentire a chi è in difficoltà di spalmare i propri debiti fiscali in più anni. I calendari della rateazione, oggi ordinariamente scanditi in 72 appuntamenti, si allungheranno infatti a quota 84 per il 2025 e 2026, per salire a 96 tappe nel 2027-28, a 108 nel 2029-30 e approdare al traguardo decennale delle 120 tranche dal 2031 in poi. Ma come funzionerà il nuovo meccanismo progressivo? “Abbiamo fatto sette decreti attuativi, l’ottavo è alle battute finali, quello sui giochi, e lo porteremo al prossimo Consiglio dei ministri e vorrei portare anche altri due provvedimenti, tra cui quello sulla riscossione”, dice il padre della riforma Maurizio Leo. Si cambiano procedure: se non si riesce a riscuotere, dopo 5 anni il carico fiscale di restituisce all’ente impositore. L’idea è quella di “non alimentare la crescita dei carichi che non sfocia in niente”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Da un uso sempre più incisivo della tecnologia al potenziamento dell’attività di riscossione coattiva, passando per la stabilizzazione dei piani di rateazione, fino a un massimo di 120 rate, e per una semplificazione delle procedure dei rimborsi, è l’articolo 18 della legge delega per la riforma fiscale a definire il futuro della riscossione. Numeri e regole del decreto chiamato a riformare il sistema della riscossione del Fisco erariale sono ancora al centro delle ultime verifiche, prima dell’approdo del testo finale nel consiglio dei ministri di lunedì 11 marzo insieme al provvedimento sui giochi, ancora al centro di un confronto serrato sulla gara del Lotto che sarà inserita nel decreto come chiesto dal Parlamento con base d’asta da un miliardo. (Continua a leggere dopo la foto)
Il Fisco ha oltre 1.200 miliardi di cartelle non riscosse che alimentano la montagna degli arretrati. Come spiega Il Sole 24 Ore, l’idea è quella di un’operazione chirurgica per cominciare a cancellare i debiti ormai impossibili da incassare senza però pesare troppo sui saldi di finanza pubblica che ancora li contabilizzano. A decidere come agire dovrà essere una commissione tecnica composta in particolare da rappresentanti di dipartimento Finanze, Ragioneria generale e Corte dei conti.
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