Del lungo e sofferto addio di Rocco Casalino, il portavoce di Giuseppe Conte dalle altissime ambizioni, abbiamo già parlato in questi giorni. Ma a preparare gli scatoloni, in questi giorni che preparano l’avvento di Mario Draghi, non è soltanto l’uomo ombra del premier, quanto piuttosto un vero e proprio governo ombra nato nel corso dei 32 mesi che hanno visto l’Avvocato del Popolo insediato a Palazzo Chigi. Fedeli e fedelissimi capaci, col passare del tempo, di dar vita a una fittissima rete di potere. E che però, ora, sono arrivati a loro volta al capolinea, con qualche rarissima eccezione.
Toccherà, come detto, in primis a Casalino smobilitare e lasciar posto all’esecutivo che verrà. La sua mancata riconferma è uno dei passaggi più scontati, in questi giorni concitati di trattative e accordi di ogni tipo. All’ex Grande Fratello non resterà che cercherà una nuova collocazione negli uffici comunicazione del Movimento Cinque Stelle tra Camera e Senato. La carriera di scrittore, invece, sembra partita in salita, con il primo libro di Rocco prima annunciato, poi bloccato, infine chissà. Insieme a Casalino, un altro nome di peso costretto a lasciare la scena è quello di Alessandro Goracci, il capo gabinetto di Conte sia durante il periodo gialloverde che nella successiva era giallorossa.
Goracci è nome molto apprezzato da quella parte di Cinque Stelle entusiasta dell’accordo col Pd. A lui e a Casalino, Conte aveva affidato la delicatissima missione di trovare un numero sufficiente di “costruttori” per blindare il suo secondo esecutivo. Un’operazione che si è però risolta in un clamoroso buco nell’acqua, flop costato addirittura la poltrona a Conte. Altro nome di peso nel “governo ombra” costruito dall’ormai ex premier è quello di Roberto Chieppa, diventato segretario generale della presidenza del Consiglio e destinato a rimanere sì nella pubblica amministrazione di Palazzo Chigi, ma con un ruolo minore.
Al suo posto di Chieppa potrebbe arrivare, con Draghi, un’altra personalità vicina a Conte. Come Domenico Arcuri, il commissario dei commissari, passato da Invitalia, all’ex Ilva all’emergenza Covid con la naturalezza con cui un comune mortale cambia la propria biancheria intima. E ancora potentissimo nonostante i disastri alle spalle non si contino ormai nemmeno più. Al ruolo di segretario generale della presidenza del Consiglio punta però anche il generale GennaroVecchione, sistemato e ricofermato a capo del Dis, il dipartimento che coordina i servizi segreti. cambia i vestiti. Tempi duri anche per i ministri strettamente contiani. Alfonso Bonafede (Giustizia), Riccardo Fraccaro (sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e Federico d’Incà (Rapporti con il Parlamento). Per loro si delinea un passo indietro, con i senatori Raffaele Fantetti e Riccardo Merlo destinati a rimanere a loro volta orfani del loro Avvocato del Popolo.
Ti potrebbe interessare anche: Baci, sesso e bombole del gas. Da Cotticelli a Zuccatelli. Dalla padella alla brace