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Rifiuta l’impiego e viene insultata: “Non vuoi lavorare”. Ma lo stipendio era da fame, anzi ridicolo. La cifra

Pubblicato il 23/06/2022 21:01

Siamo alle solite. Come spesso accade in Italia e, in particolar modo, nel sud Italia, a molti giovani ragazzi in cerca di un lavoro dignitoso vengono proposti impieghi la cui paga che potrebbe essere tranquillamente definita oscena. Questa è la storia di Francesca Sebastiani, 22 anni, che dopo aver rifiutato il “lavoro” si è anche vista insultata per le sue troppe pretese.

Un’offerta indecente

Francesca Sebastiani, 22enne di Secondigliano, periferia nord di Napoli, è una ragazza come tante, in cerca di un impiego che le permetta di avere un minimo di indipendenza per gli acquisti personali. Dopo aver risposto ad una proposta di lavoro come commessa pubblicata sui social, è partito il contatto con la titolare del negozio tramite una chat. Inizialmente sembrava tutto nella norma, con toni garbati ed un cortese scambio di informazioni. La nota dolente è arrivata poco dopo, quando Francesca ha chiesto della paga. Con amara sorpresa della ragazza, infatti, le è stato spiegato che avrebbe guadagnato la miseria di 70 euro a settimana. Nonostante la delusione, Francesca ha risposto educatamente declinando l’offerta: «La ringrazio comunque ma non sono interessata». Ma la replica della signora non è stata altrettanto opportuna: «Voi giovani non avete proprio voglia di lavorare». Una scena che sappiamo essere comune, ma che non può non far imbestialire chi vi assiste.

La risposta su TikTok

Toccata nella sua dignità, Francesca ha ritenuto opportuno rispondere a tono alla datrice di fregat…ehm di lavoro, utilizzando TikTok per mostrando gli screenshot della chat. «Ma 280 euro al mese per dieci ore al giorno vi sembra normale? Siete voi che non volete farci lavorare», dice giustamente Francesca, «perché una paga del genere non andrebbe bene nemmeno a lei, e se avesse figli non la vorrebbe nemmeno per loro». Tale retribuzione, aggiunge la giovane, «se abitassi più lontano non mi consentirebbe nemmeno di coprire le spese necessarie per andare a lavoro, o quelle per mangiare, per bere, per concedermi un’uscita il sabato sera, un pacchetto di sigarette o una visita medica».

@zkekka Rispondi a @peppeniello169 #greenscreen ♬ suono originale – Francesca Sebastiani

Un tema divisivo

Tra gli infiniti contenuti che ogni giorno vengono caricati sui social network, il video di Francesca è diventato in breve tempo una “bomba virale”, ponendo l’attenzione dei ragazzi su un tema che, da alcune settimane, tiene banco anche tra alcune personalità di spicco del mondo della ristorazione, ovvero la disponibilità o meno dei giovani a fare “gavetta” nel mondo del lavoro anche per paghe minime o addirittura gratis, nonché sulla loro presunta scarsa propensione al sacrificio. Ricorderete tutti le parole dello chef Alessandro Borghese e di Flavio Briatore, secondo i quali oggi i giovani preferiscono il weekend libero al lavoro. Di altro avviso, invece, lo chef Antonino Cannavacciuolo, che ha spiegato: «I tempi, però, sono cambiati: una giusta gavetta quando si è giovani ci vuole ma chi lavora oggi chiede, oltre a uno stipendio degno, più qualità e tempo a disposizione».

Questione di dignità

Insomma il tema dello sfruttamento e degli stipendi da fame è più attuale che mai in Italia, specialmente nel periodo in cui si discute tanto di salario minimo europeo. La questione risulta ancora più annosa, odiosa e scottante, alla luce dell’approvazione di inizio mese da parte del Parlamento tedesco sui 12 euro orari come paga minima. Un gap di dignità, civiltà e giustizia sociale che non dovrebbe esistere in due Paesi facenti parte della stessa Comunità.

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