Dopo aver creato un mare di problemi ed essere stato corresponsabile insieme al ministro Speranza della vergognosa e dannosa gestione dell’emergenza Covid, il Cts va in pensione. Per quanto riguarda Speranza, invece, si dovranno aspettare le elezione per liberarsene. Fino a quel giorno l’Italia dovrà ancora sopportarlo. A farci capire la data in cui finalmente non avremo più il famigerato Cts è Sergio Abrignani, immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico. Intervenuto su Rai Radio 1 a “Un Giorno da Pecora“, Abrignani ha detto che “non credo verrà prorogato lo stato di emergenza” e che “quindi si scioglierà anche il Cts”. La data dunque? Il 31 marzo. Gli italiani possono già cerchiarla in rosso sul calendario e preparare la festa. (Continua a leggere dopo la foto)
Abrignani ha anche specificato che la decisione spetterà alla politica, ma non ha nascosto quale sia la strada ormai segnata. Ecco il pensiero dell’immunologo: “Non credo dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed è improbabile immaginarsela”. L’altra questione aperta è se abolire il green pass dal primo aprile o meno. “Sono scelte politiche, io dico che quando avremo terminato la campagna vaccinale potremo togliere tutto”, conclude il componente del Cts Sergio Abrignani. (Continua a leggere dopo la foto)
Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale, Abrignani afferma che questo potrà avere senso fino al momento in cui il virus continuerà a circolare. E a suo dire potrebbe volerci ancora un bel po’, visto che il membro del Cts parla addirittura di anni. Ha infatti tenuto a sottolineare che non si tratta solo della singola persona, ma di tutta la comunità. I cittadini di età superiore ai 50 anni sono 27 milioni, e che di questi quasi 2 milioni non sono ancora vaccinati. (Continua a leggere dopo la foto)
Per quanto riguarda lo stato di emergenza, anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa aveva spiegato che probabilmente non sarebbe stato prorogato oltre il mese di marzo, precisando che, se verrà mantenuto il ritmo attuale di vaccinazioni, da marzo si potrà prevedere un rallentamento del certificato verde per esempio nei luoghi all’aperto. Un altro passo per tornare alla normalità.
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