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Quando a Sigonella, 37 anni fa, Craxi rese l’Italia un Paese sovrano – Il Video

Pubblicato il 07/10/2022 13:26

L’Italia non è più da tempo sovrana, padrona del proprio destino, costretta piuttosto a chinare il capo di fronte alle richieste dell’Europa e degli Stati Uniti e obbedire. Incatenata da una classe politica indolente, inutile, che continua in queste settimane a seguire i diktat altrui fornendo armi all’Ucraina quando invece le famiglie italiane avrebbero bisogno di aiuti concreti, forti, per far fronte all’emergenza energetica e alla crisi economica figlia di due anni di restrizioni per la pandemia. Eppure c’è stata un’epoca, non troppo lontana, in cui le cose non andavano esattamente così.

Proprio in questi giorni, infatti, cade l’anniversario della cosiddetta crisi di Sigonella, episodio che meglio di tanti altri segna la distanza tra lo ieri e l’oggi del nostro Paese. Nell’ottobre 1985, infatti, una notizia fa improvvisamente irruzione su tutti i telegiornali: i passeggeri di una nave italiana che naviga nelle acque egiziane, la Achille Lauro, sono stati presi in ostaggio. Persone di ogni nazionalità, compresi americani, inglesi e tedeschi, sono nelle mani di un ignoto sequestratore, forse più di uno. Qualcuno ha sentito degli spari. Bisogna agire in fretta, ma scatta subito la fatidica domanda: chi deve occuparsene?

La situazione precipita nel giro di poco. Gli Usa rifiutano di trattare con i terroristi, nonostante le pressioni del presidente del Consiglio Bettino Craxi per trovare un accordo. Un ostaggio americano di 79 anni viene ucciso e gettato in mare. Capendo di averla fatta grossa, i dirottatori a quel punto propongono la resa in cambio di un salvacondotto. Un rimorchiatore egiziano preleva i sequestratori, liberando così di fatto la nave, e li porta a una vicina base militare. Da qui parte un aereo con a bordo Sull’aereo ci sono due negoziatori palestinesi, nominati da Arafat per la vicenda dell’Achille Lauro, i quattro dirottatori, un ambasciatore del governo del Cairo ed elementi del servizio di sicurezza egiziano. Sia la Grecia che la Tunisia, su pressione degli americani, vietano però l’atterraggio. Resta una sola possibile meta: Sigonella, base aerea in Sicilia.

Una volta atterrato, l’aereo viene circondato dai soldati italiani. Poco dopo arrivano anche due mezzi statunitensi, dai quali scendono i militari della Delta Force che vogliono prendere prigionieri i passeggeri e minacciano, con le armi in pugno, i nostri commilitoni. Altri carabinieri arrivano e circondano, a loro volta, gli americani. I militari Usa vogliono catturare chi ha ucciso un loro concittadino, gli italiani difendono la propria sovranità nazionale. Dopo un lungo braccio di ferro, l’aereo viene fatto ripartire e atterra a Fiumicino, dove sono le forze italiane a procedere al fermo dei dirottatori. Anche gli ultimi tentativi di interferenza americani falliscono. Un’Italia capace di mostrare i muscoli alla Casa Bianca. Oggi viene da ridere soltanto a pensarci.

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