La comunità marocchina è la seconda più ampia comunità straniera in Italia e il suo voto è stato decisivo per eleggere, alle consultazioni europee del 2019, Brando Benifei, Andrea Cozzolino, Alessandra Moretti, tutti del Pd. È quanto rivela ai magistrati belgi, con i quali sta collaborando, Antonio Panzeri, il dominus dell’inchiesta Qatargate. Egli non si ricandidò nel 2019, dunque, racconta, fu l’ambasciatore marocchino a Varsavia, Abderrahim Atmoun, a chiedergli di indicare chi potesse “aiutarlo” in Italia. “Gli ho dato i nomi di Benifei, Moretti e Cozzolino — avrebbe ammesso Panzeri — Questi parlamentari erano rappresentati dai rispettivi assistenti durante un importante incontro che si è tenuto a Roma con Atmoun e il responsabile dei cittadini marocchini nel mondo di cui non ricordo più il nome”. Ne dà conto la Repubblica, che ha potuto visionare i verbali, assieme a Le Soir e Knack, i due quotidiani belgi che seguono la vicenda sin dall’inizio. Panzeri ripercorre il suo rapporto con l’ambasciatore Atmoun, citando “un’amicizia” che va avanti da oltre dieci anni, consolidata da inviti reciproci, viaggi con le rispettive famiglie, vacanze di lusso. E ancora: “La mia amicizia con Atmoun si è consolidata nel tempo. Dal 2014 sono stato invitato con la famiglia, sei o sette volte, in Marocco. Eravamo io, mia moglie e mia figlia. La scorsa Pasqua c’era anche il compagno di mia figlia”. Già nelle scorse settimane vi avevamo dato conto di come il Dged, ovvero i servizi segreti del Marocco, si sarebbero mossi in maniera frenetica per influenzare le decisioni e le strategie dell’Unione Europea. Ora Panzeri parla, oltre che di Cozzolino e Benifei, anche di Alessandra Moretti, il cui nome già nelle ultime settimane faceva capolino nelle cronache. Ora possiamo riportare la ricostruzione dello stesso Panzeri in merito al suo ruolo in questa vicenda. “Atmoun ha conosciuto Moretti in Veneto – ha raccontato ai magistrati l’ex europarlamentare e sindacalista milanese – Lui è stato sposato con un’italiana e, di tanto in tanto, si recava in questa regione per vedere la sua famiglia. Moretti ha mantenuto i rapporti con Atmoun e so che anche lei, con la sua assistente, è già stata a Varsavia e in Marocco”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dal canto suo, Moretti in una nota ha spiegato: “Ho conosciuto il signor Atmoun nel 2019, perché Panzeri me lo ha presentato. Non abbiamo mai affrontato temi particolari né mi sono interessata a questioni legate al Marocco negli ultimi anni”. Chi ne esce ancora peggio è Andrea Cozzolino, e lo testimonia l’estratto più lungo ripreso da la Repubblica, che vi riproponiamo per esteso: “Cozzolino è sempre alla ricerca di risorse finanziarie — dice Panzeri — Vuole sempre più soldi e mi ha chiesto cosa potevamo fare con il Marocco. È così che ho proposto ad Atmoun di incontrarlo a Varsavia”. Secondo Panzeri, “si è creato un vero e proprio rapporto tra i due. Ad esempio, Atmoun mi ha chiamato perché Cozzolino lo infastidiva con i soldi. Mi ha chiesto se potessi anticipargli 10mila euro per lui e l’ho fatto. Ho portato questa somma a Cozzolino nel 2021. Questa somma non mi è stata rimborsata”. Panzeri torna altresì sui viaggi di lusso scambiati con Atmoun, l’ambasciatore marocchino in Polonia, come nella oramai nota settimana trascorsa all’hotel Mamounia di Marrakech, “nel 2017 o nel 2018”. Nell’hotel di gran lusso erano presenti, Meroni e la sua compagna, Lucia Rocca, tra i fondatori della Ong Fight Impunity di Antonio Panzeri, Francesco Giorgi ed Eva Kaili. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma Panzeri era sempre pronto a ricambiare i favori: “Ho offerto una settimana di vacanza a Cuba per tre persone nell’ottobre 2018. Con me c’era Atmoun e Giuseppe Meroni”. Meroni è stato il suo assistente a Bruxelles, passato nell’ufficio di Lara Comi dopo le elezioni 2019.
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