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Il “Price cap” non basta. Ecco perché (e quando) le bollette saliranno lo stesso. L’allarme degli esperti

Pubblicato il 20/12/2022 10:25 - Aggiornato il 20/12/2022 11:17

Il via libera al tetto sul prezzo del gas, alla fine, è arrivato, dopo un lungo tira e molla tra i singoli Paesi (Italia in primis) e l’Unione Europea. Il Consiglio Ue ha trovato infatti l’intesa per fissare le quotazioni a 180 euro per Megawattora a partire dal 15 febbraio 2023, una volta che sarà entrato in vigore il testo sul quale i 27 ministri riuniti nelle scorse ore hanno infine trovato la quadra. Una notizia che ha fatto esultare Giorgia Meloni, pronta a dichiarare: “Siamo riusciti a spuntarla sul price cap, una battaglia che molti davano per spacciata e che invece abbiamo portato a casa”. Per le famiglie italiane, però, non è certo il momento di sorridere. Innanzitutto perché, a seguito di valutazioni tecniche già in programma, il price cap potrebbe comunque essere sospeso qualora i rischi dovessero superare i benefici. E poi perché l’incubo bollette salate, anzi salatissime, è tutt’altro che scongiurato. (Continua a leggere dopo la foto)

L’accordo sul price cap è arrivato a una condizione: il tetto scatterà soltanto in caso si dovessero verificare “tre giorni di fila con costo superiore ai 180 Megawattora”. Una volta attivato, il meccanismo che fissa un limite resterà in vigore per 20 giorni lavorativi. La Russia ha reagito ritenendo “inaccettabile” l’intesa e minacciando sanzioni. In ogni caso, secondo gli analisti le bollette sono destinate ad aumentare. (Continua a leggere dopo la foto)

Il presidente dell’Autorità per l’Energia Stefano Besseghini ha infatti spiegato, mentre il governo esultava per l’intesa raggiunta: “Per quanto riguarda l’energia elettrica tutto sommato non ci saranno aumenti, perché il trimestre è stato con prezzi medi relativamente bassi. Il discorso sul gas invece è diverso, anche perché stiamo per entrare nella parte vera dell’inverno, quando fa più freddo e il consumo è più alto”. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli stoccaggi, secondo Besseghini, “non sono messi malissimo, ma questo non ci metterà al riparo da un rincaro”. Il rischio, insomma, è che ci sia mossi troppo tardi per evitare stangate che nei primi mesi del 2023 potrebbero mettere in difficoltà tante famiglie. Uno scenario di fronte al quale il governo dovrà pensare ad altri interventi, diretti, per evitare conseguenze devastanti.

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