Vai al contenuto

Bomba bollette elettriche: “Conseguenze devastanti per migliaia di italiani”. Chi rischia la stangata

Pubblicato il 05/12/2022 11:32 - Aggiornato il 05/12/2022 11:43

Abbiamo sentito ripetere tante volte, da esponenti del precedente governo Draghi, che la colpa del caro energia fosse soltanto degli speculatori e che i meccanismi di salvaguardia già esistenti, pensati per far fronte proprio a questo tipo di emergenze, avrebbero funzionato in maniera automatica. Il 25 novembre, invece, secondo il Fatto Quotidiano si sarebbe accesa la spia rossa, a riprova di quanto la realtà sia differente da certa propaganda: “Le imprese delle regioni meridionali che non hanno un contratto di somministrazione di energia elettrica nel 2023 sono infatti tutte a rischio chiusura”. Sulla carta, per le aziende sul libero mercato e ancora prive di un fornitore per il prossimo anno dovrebbe scattare un meccanismo che prevede “la somministrazione di energia da un altro player di mercato”. Le cose, però, non sono così semplici. (Continua a leggere dopo la foto)

Non solo, infatti, il meccanismo di gara non è adeguato alle nuove realtà del mercato eletrico. “A causa dell’incertezza sul mercato del gas e allo stop delle centrali molte società di vendita dell’energia non sono riuscite ad avere certezza sui volumi commercializzabili per il prossimo anno e a loro volta hanno comunicato ai propri clienti che non avrebbero rinnovato i relativi contratti di fornitura. Ci sono quindi migliaia di piccole e medie aziende, strutture alberghiere, ospedali, case di cura e centri per anziani che pur avendo sempre pagato la bolletta si troveranno ora a dover sborsare un sovrapprezzo monstre al vincitore della gara del Servizio di Salvaguardia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Una vera e propria bomba, quella che si è innescata. Stando alle previsioni, un megawattora costerà mediamente sopra i 300 euro per tutto il 2023. Aggiungendo a questa cifra i 90 euro di costi per il trasporto e gli oneri, ecco che per un utente senza contratto in Sicilia o in Puglia si arriverebbe a quasi 600 euro per MWh. Un prezzo insostenibile, che porterebbe alla scomparsa di tantissime realtà che oggi compongono l’economia meridionale. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo il Fatto, le ragioni di questa follia vanno ricercate nella volontà del governo Draghi di concentrare “i propri sforzi nell’inseguire un impossibile tetto europeo al prezzo del gas anziché prendere atto delle condizioni reali del mercato e adeguare le regole di funzionamento del mercato italiano alla mutata realtà dell’incertezza di forniture”. Già a fine gennaio per l’esecutivo Meloni arriverà così il momento di affrontare l’emergenza delle aziende meridionali colpite da prezzi esorbitanti.

Ti potrebbe interessare anche: “Retromarcia!” L’Europa punta i piedi sui pagamenti in contanti e Giorgia Meloni sorprende tutti

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure