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“Retromarcia!” L’Europa punta i piedi sui pagamenti in contanti e Giorgia Meloni sorprende tutti

Pubblicato il 05/12/2022 09:40

Due passi avanti, e uno indietro. È questo il principio della tradizionale danza sarda “Su passu”. Ed è anche il principio, pare, del governo Meloni. Almeno stando agli annunci e poi alla traduzione in pratica delle loro politiche. È quanto successo anche con l’ormai famoso tetto al pagamento con il pos. Inizialmente avevano detto di abolirlo, poi di mettere un tetto a 30 euro, poi hanno rilanciato a 60 e ora l’ennesima retromarcia. “Sull’obbligo – ha detto ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – ci si accusa ‘volete impedire di pagare con moneta elettronica, volete favorire l’evasione’. Si sta valutando di non obbligare i commercianti ad accettare il pagamento con pos per piccoli importi: noi fino a 60 euro non vorremmo obbligare, ma quella di 60 euro è una soglia indicativa, può essere anche più bassa, su questo – spiega – c’è una interlocuzione in corso con l’Ue”. Cosa ci sarà dunque nella legge di bilancio? (Continua a leggere dopo la foto)

In tanti, in queste ore, sono pronti a scommettere che l’esecutivo non andrà fino in fondo con la soglia fissata a 60 euro. Ricorda Today: “A inizio estate, per attuare impegni presi con Bruxelles, il governo Draghi aveva introdotto una sanzione per chi avesse preteso il pagamento in contanti: non spiccioli, trenta euro di sanzione fissa, più il 4 per cento del valore della transazione ‘negata’. Poi è arrivato il nuovo governo. La prima bozza della legge di bilancio firmata Meloni aveva modificato la norma, alzando il limite minimo a 30 euro. La sanzione sarebbe dovuta scattare solo oltre. Poi si è andati persino oltre, un po’ a sorpresa. La versione definitiva della legge di Bilancio ha alzato quella soglia ancora più in alto, a 60 euro”. (Continua a leggere dopo la foto)

La vicenda ha subito creato uno scontro con l’Europa. Di qui il ripensamento. Anche su questo, dunque, Meloni dopo l’annuncite piega il capo a Bruxelles ed esegue gli ordini, facendo retromarcia. “Tra piano delle riforme e fondi di coesione l’Italia si gioca 350 miliardi di euro di risorse. Sembra altamente improbabile che si corra anche solo il rischio di metterle in discussione per una misura poco più che simbolica. Un muro contro muro a pochi giorni dalla richiesta che il ministero dell’Economia dovrà presentare a Bruxelles per ricevere la terza rata del Pnrr che vale 19 miliardi non è ragionevole. Molti ministeri sono già in affanno sui 55 obiettivi da chiudere entro il 31 dicembre, un’impuntatura sul Pos sarebbe un controsenso”. (Continua a leggere dopo la foto)

Non sarà una marcia indietro totale, o almeno così si vorrà far credere. E’ probabile dunque che il governo punti a una soglia di compromesso a 40 euro, stando a quanto riferisce Repubblica. “Non credo che la lotta alla corruzione e all’evasione si faccia pagando o meno il caffè con il bancomat” ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a “Che Tempo Che Fa”, ieri sera su Raitre. “Quanto al tetto al contante non è lì che si evade” ha proseguito. “Io uso il bancomat, ma devo dare la libertà per esempio agli stranieri abituati a pagare in contanti di farlo. La corruzione si combatte con altre azioni” ha aggiunto.

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