“L’Italia è una Repubblica fondata su un siero sperimentale”. Inizia così il durissimo attacco di Gianluigi Paragone, leader di Italexit e principale sostenitore delle battaglie per la verità sul Covid e sui vaccini. Nella sua diretta Facebook a commento della folle decisione della Corte Costituzionale di avallare l’obbligo vaccinale che ha tolto vita e lavoro a moltissime persone, Paragone non le manda di certo a dire: “Dicono che non si possano commentare le sentenze o le decisioni della Corte Costituzionale, invece a maggior ragione le decisioni della Corte Costituzionale devono essere commentate perché sono decisioni che attengono al patto fondamentale, ossia la Carta Costituzionale, che ancora una volta dimostra di essere più grande, più potente, più forte e più generosa di una Corte che è fatta di uomini. Uomini che hanno avuto evidentemente paura, ancora una volta, di entrare nelle pieghe di un qualcosa che prima o poi ci obbligherà al redde rationem. Entrare in contatto con un siero sperimentale con cui dovremo fare i conti e su cui vorremmo sapere al più presto tutte le verità. La Corte avrebbe potuto anche andare in una sorta di pareggio… Invece ha preferito salvare una valutazione politica che è stata fatta, ossia quella dell’obbligo vaccinale per le categorie sanitarie, professionali e per gli over 50”. (Continua a leggere dopo la foto)
Attacca ancora Paragone: “Ci aspettavamo qualcosa di più? No. Lo avevo già detto. Non mi aspetto niente di particolare da questa Corte Costituzionale perché stavolta ci sono degli interessi in gioco molto più grandi degli uomini. Ci sono interessi di Multinazionali quotate in Borsa. E bucare il buco di gomma sul vaccino obbligatorio avrebbe forse cambiato molte cose. E non se la sono sentita. Evidentemente l’essere uomini, ancora prima che giudici della Costituzione e guardiani ultimi della Carta (che è il presidio dell’equilibrio dei poteri) ha fatto sì che avessero paura di voler vedere chiaro. Di voler per esempio costringere la Commissione Europea a dirci qualcosa in più sulle negoziazioni di questi vaccini. Perché tutto parte da lì: tu non puoi assecondare un principio dell’obbligatorietà vaccinale perché il vaccino rende tutti liberi, sicuri e tutelati. Ma questo non lo puoi sancire come principio ultimo quando puoi temi di scandagliare la verità”. (Continua a leggere dopo la foto)
Paragone è un fiume in piena: “Avrebbero potuto obbligare le parti a dirci che cosa sta accadendo. Perché il presupposto secondo cui il vaccino arrivava per tutelare le persone viene a cadere nel momento in cui si sa che il vaccino non immunizza. Allora se il vaccino non immunizza non capisco perché si debba obbligatoriamente andare a lavorare con qualcosa che non copre. Il vaccino non ha immunizzato nessuno. E adesso continuano con queste raccomandazioni. Io spero che almeno su questo il governo non voglia assecondare il percorso di Speranza… Quanto alla Corte Costituzionale avrei preferito una decisione più coraggiosa. Avrei preferito una decisione che rispettasse la tenuta dei diritti. L’Articolo 1 mette il lavoro al primo posto: adesso invece si ritrova in mano a un siero sperimentale”. (Continua a leggere dopo il video)
“La Corte Costituzionale che aveva l’opportunità per rompere il muro di gomma ha rinunciato a compire una mezza rivoluzione. Quindi è una Corte Costituzionale che decide di non decidere, decide di non far valere appieno lo spirito della Costituzione. Ed è una decisione politica, perché la Corte Costituzionale ha una parte politica al suo interno, nei suoi membri c’è un’appartenenza politica, e quindi è mancato il coraggio di essere fino in fondo il baluardo della Costituzione. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, e non sulla Salute. E pure se fosse fondata sulla Salute avrebbero dovuto obbligare Big Pharma e Commissione Europea a dire la verità. Ricordiamoci che il popolo è sovrano, ed è sovrano anche rispetto a un potere che è oltre gli Stati, come il potere delle multinazionali”.
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