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Segregati negli scantinati o chiusi nelle aule Covid. Il primo giorno degli insegnanti non vaccinati

Pubblicato il 02/04/2022 10:02 - Aggiornato il 07/12/2022 17:59

In rete molti insegnanti non vaccinati hanno raccontato il loro ritorno a scuola. Come è stata l’accoglienza, cosa hanno fatto, dove sono stati “messi”. E alcuni video nel giro di pochissimo sono diventati virali, proprio per il fortissimo messaggio di denuncia che contengono. In particolare, un insegnante racconta dall’aula Covid della sua scuola dove è stato “segregato”: “Questa è la situazione: mi hanno messo isolato nell’aula Covid come se fossi un appestato. A me che sono in perfetta salute, non ho mai avuto niente a differenza dei miei colleghi che si sono rivaccinati e riammalati anche più volte. E io sono qua, nell’Aula Covid, tra medicinali e letta da infermeria. Ad aspettare che cosa non si sa. Quando invece potrei andare in classe ad insegnare ai miei alunni. Attenzione: perché intanto la scuola sta pagando un mio sostituto, quindi sta pagando due persone. Questo è per effetto del nuovo decreto entrato in vigore il primo aprile”. (Continua a leggere dopo la foto)

In un altro video, un’altra professoressa fa vedere lo scantinato in cui è stata fatta andare appena rientrata a scuola, tra sedie e banchi vecchi: “Questa è la discriminazione di una docente che è stata collocata – secondo il mio dirigente – in questa stanza umida e piena di muffa a fare cosa non si sa. È uno scandalo. Uno stato ignobile, una vergogna. Io non posso lavorare tranquillamente perché loro adottano questo sistema. Non posso stare a contatto con i miei alunni, ma devo stare in questo bunker come se fossi un untore. Di cosa?”. E l’insegnante nel video fa vedere la muffa, il vecchio archivio e il luogo in cui è stata riposta. (Continua a leggere dopo il video)

E intanto il Ministero dell’Istruzione Bianchi – già nell’occhio del ciclone per il vergognoso, svilente e inutile concorso che hanno dovuto affrontare milioni di insegnanti – sull’obbligo vaccinale a insegnanti e Ata interviene con una presa di posizione durissima, e fa sapere: “Gli insegnanti inadempienti disattendono il patto sociale ed educativo su cui si fonda la comunità nella quale sono inseriti. Il puro e semplice rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente diseducativo. Per questo si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il diritto dei docenti non vaccinanti di sostentarsi e il loro dovere di non smettere mai di fornire il corretto esempio”. Parole, queste, davvero irricevibili. (Continua a leggere dopo il video)

Inoltre, secondo quanto raccolto e denunciato anche da OrizzonteScuola, per il Ministero dell’Istruzione, “il docente non vaccinato verrebbe inquadrato in un ruolo diverso, cioè quello del personale ATA (i collaboratori scolastici, o bidelli come si diceva una volta, ndr), con conseguente estensione della prestazione lavorativa a 36 ore settimanali. Una situazione che, in base alle indicazioni raccolte, lascerebbe spazio a diverse interpretazioni”. Praticamente costringono gli insegnanti a firmare un contratto da bidelli. Siamo nel campo del mobbing legalizzato. È una vergogna.

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