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Pochi titoli e assenti alle riunioni: ecco gli “scienziati” del Cts di Draghi. Gli stessi di Conte

Pubblicato il 08/03/2021 10:25 - Aggiornato il 08/03/2021 10:26

È cambiato il premier, è cambiata (più o meno) la squadra di governo, ma chi ha davvero potere nell’indicare le restrizioni all’esecutivo, cioè il Cts, non è cambiato di una virgola. E i risultati si vedono. Anche perché sulla legittimità e sulla competenza di questi scienziati ci sarebbe davvero molto da dire. Il loro parere legittimava i Dpcm del premier Conte così come ora legittima quelli di Draghi. Zone rosse, lockdown, restrizioni, scuole chiuse. Da quasi un anno, è sul verdetto di questo fantomatico Comitato Tecnico Scientifico che si gioca la salute e la libertà di 60 milioni di italiani. Ma chi sono questi scienziati? E a che titolo sono lì? Sono davvero il meglio del meglio che l’Italia possa offrire? (Continua a leggere dopo la foto)

I 26 membri del Cts compongono la squadra di super tecnici voluta dall’allora presidente del Consiglio Conte e confermata da Draghi per far ingoiare la stretta di turno. A giudicare dalla caratura internazionale dei presunti scienziati, però, emergono considerazioni non proprio da primi della classe. Come ricostruisce Il Giornale, “a parte Elisabetta Dejana, esperta del sistema vascolare, professore ordinario di Patologia generale presso l’Università di Milano e coordinatrice di un gruppo di 20 persone all’Istituto FIRC di Oncologia molecolare (IFOM), gli altri membri del Cts non sarebbero un granché”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Infatti, il suo h-index, l’indice che censisce per la comunità scientifica la rilevanza di uno dei suoi membri per numero di pubblicazioni e citazioni scientifiche, riporta Il Tempo, è alto: 109. Mentre se si somma l’h-index di tutti i 26 membri ufficiali del Cts si ottiene 821. “Il che vorrebbe dire una media di 31,5 a testa: una miseria. E se dalla somma si toglie la Dejana e Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità che è l’unico altro membro del comitato ad avere un h-index superiore a 100, si scende a 611, con una media pro capite di poco sopra 25: in pratica, una vergogna definirli ‘scienziati'”. (Continua a leggere dopo la foto)

A far storcere il naso non sarebbe, però, solo la dubbia eccellenza professionale dei super tecnici, ma anche le ripetute assenze, soprattutto dei più competenti in quanto a titoli. “Nelle 35 riunioni del Cts, come certificano seppur in ritardo i verbali interni, che si sono tenute fra il 20 luglio e il 20 novembre scorso la professoressa Dejana è risultata assente in 28. Il professore Locatelli in 14, e nessuno dei due era presente nelle fasi preliminari al varo dei Dpcm. Ma lo specialista della diserzione resta Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero della Salute, che con un vergognoso h-index fermo a 8, ha fatto l’en plein di 35 assenze”. (Continua a leggere dopo la foto)

In più, va detto che nel nostro Cts “nessuno risulta competente della materia che servirebbe: non c’è nemmeno un virologo e nove di loro addirittura ha un h-index inferiore al 10. Eppure, di alternative con più titoli ce ne sarebbero. Dal professor Alberto Mantovani (h-index 171) al professor Giuseppe Remuzzi (164), al professore Carlo La Vecchia (138), alle professoresse Silvia Franceschi (136) ed Eva Negri (116). In cinque fanno come tutto il Cts”. Avanti tutta, Draghi!

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