Succede, in epoca social, di armarsi di tastiera e buone intenzioni, scrivere un post autocelebrativo e attendere la reazione entusiasta dei propri follower. E di scontarsi, invece, con commenti di senso decisamente opposti, finendo per incappare nella più classica delle figuracce virtuali. Non una rarità, di questi tempi, sopratutto se ti chiami Enrico Letta e ricopri il ruolo di sottosegretario del Partito Democratico, una delle forze che sostiene il governo Draghi e si è resa protagonista della stesura di una serie di misure sempre più restrittive delle libertà dei cittadini.
Agli italiani il Super Green pass e la caccia alle streghe contro i non vaccinati continua a non andare giù, soprattutto in queste settimane in cui in tutto il mondo i governi stanno facendo retromarcia. In ultimo Israele, che rendendosi conto della contagiosità anche della popolazione vaccinata ha deciso di fare un passo indietro e abolire il certificato virtuale. Di orientamento opposto il nostro esecutivo e le forze che lo sostengono, a partire proprio dai dem di Letta. Che si è trovato a fare i conti con gli umori neri, nerissimi degli utenti in rete.
Il segretario del Pd, non immaginando cosa sarebbe successo di lì a poco, si era lanciato in un tweet trionfale: “Il primo gesto stamani. In raccoglimento al #Ghetto per la GiornatadellaMemoria”. Trovandosi di fronte, però, commenti non proprio in linea con le aspettative. Un esempio? “‘Renderemo la vita difficile ai non vaccinati, come stiamo già facendo’. In raccoglimento nelle nostre case per gli italiani ghettizzati da questo governo.#Giornatadellamemoria” ha scritto un utente, ricordando come proprio i dem siano stati tra i primi promotori della divisione tra una popolazione di fascia A e una di B, quest’ultima vittima di discriminazioni e ingiustizie.
E ancora, scrive Massimiliano: “Sono ebreo, over50, non vaccinato. Oggi ricordo il presente perché ho compreso che il passato non ha insegnato nulla…a voi!”. Tanti, in generale, i commenti negativi che hanno sottolineato come sia proprio il Pd, oggi, a invocare limitazioni dei diritti per una parte della popolazione. Un atteggiamento non proprio in linea con una giornata, quella dedicata alla Memoria e alle vittime dell’Olocausto, che è invece un inno alla libertà.
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