Le nuove norme imposte dall’Unione europea per la “pesca sostenibile” si inseriscono nella lunga scia di provvedimenti e direttive emanate da Bruxelles che paiono far bene agli interessi di chiunque, eccetto dei cittadini europei stessi. E anche in questo caso si decide di immolare un intero comparto produttivo sull’altare green della sostenibilità ambientale e della presunta lotta ai cambiamenti climatici. Tale estremismo europeo ambientalista è fuori da ogni logica e controproducente. Il settore, che in Italia conta su tremila pescherecci, potrebbe incorrere in conseguenze pesanti, mentre a beneficiarne sarà la concorrenza, ed è precisamente ciò che lamenta Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, che rappresenta tremila aziende attive nel settore dei mercati agroalimentari all’ingrosso, 26mila lavoratori del settore e un giro d’affari, diretto e indiretto, che supera i 12 miliardi di euro. In una intervista a La Verità, ha spiegato come si tratti di norme che “favoriscono i Paesi stranieri”. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Emanuela Orlandi e il caso Moro, lo scoop del Corriere
Pesca a strascico “bandita entro il 2030”
Si tratta di un approccio che “punta solo al divieto senza porsi il problema di una sostituzione”. In particolare, le norme si scagliano contro la pesca a strascico, che dovrebbe essere bandita entro il 2030. Possiamo immaginare i danni che, così, verranno cagionati a tutto il settore, in termini economici e di occupazione: la pesca a strascico rappresenta il 60% dell’intero fatturato della pesca nel nostro Paese. Le nuove linee europee cominceranno ad entrare in azione dal 2024. A partire infatti da tale periodo, fino al 2027, si comincerà infatti con un taglio fino al 30% delle aree di pesca attuali. Di contro nei supermercati italiani arriva oltre un miliardo di chili di pesce proveniente da Stati stranieri, tra fresco e trasformato. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Venduti al supermercato ne hanno nascosto i rischi per decenni. Pfas, cosa sono e in quali prodotti si trovano
La denuncia di Italmercati
Ecco perché Fabio Massimo Pallottini denuncia: “Il piano europeo sul mare penalizza il nostro sistema” e avvantaggia altri Paesi affacciati sul Mediterraneo, come Tunisia, Albania e Marocco”, dove le regole non sono certo così rigide. Questo diktat, come denunciato anche dalla Coldiretti, avrà un impatto negativo sulla marineria nazionale, con “effetti devastanti sull’economia, sull’occupazione e sui consumi”, e fa il paio con un’altra assurda proposta europea, quella di sfrattare gli agricoltori dal 10% della superficie agricola totale in nome della biodiversità. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Pasta con grano italiano”: ecco la classifica per evitare sorprese
La posizione del governo
Frattanto, il governo Meloni, tornando alle norme sulla pesca sostenibile, ha già annunciato che si opporrà alle misure per proteggere l’economia del Paese. Occorrerebbe un immediato dietrofront, dunque, “serve un ripensamento complessivo di come organizzare la pesca”, ancora nelle parole del numero uno di Italmercati, che ha aggiunto: “Stiamo facendo una battaglia nazionale per fare in modo che tutto il pescato transiti sui nostri mercati come avviene in Spagna”.
Potrebbe interessarti anche: L’Ue acquista 325 milioni di vaccini per future pandemie. Il contratto