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Emanuela Orlandi e il caso Moro, lo scoop del Corriere: “Cosa lega i due misteri”

Pubblicato il 03/07/2023 08:13 - Aggiornato il 08/07/2023 15:23

Due tra i più grandi misteri della storia d’Italia si incrociano, come nella trama di un film. Da un lato la scomparsa di Emanuela Orlandi nel 1983, dall’altro il rapimento e la morte di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse nel 1978. Un collegamento già emerso in passato e oggi tornato al centro della scena, con gli investigatori a sottolineare possibili analogie tra i sequestratori della ragazza e i brigatisti: un determinato uso del gerundio, il ritmo sincopato del linguaggio, alcune locuzioni in comune. Come se, insomma, i colpevoli del rapimento di Emanuela Orlandi si ispirassero a modo loro alle Br. Oppure, ipotesi mai confermata a causa dell’assenza di riscontri, se si trattasse delle stesse persone. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiegato dal Corriere della Sera, tra i due misteri è oggi emerso un collegamento vero e proprio: “Esiste un verbale d’interrogatorio di cui nessuno – a cominciare dalla magistratura – si è mai accorto, che stabilisce una connessione tra l’enigma Orlandi e l’affaire Moro”. Nel dettaglio, l’elemento chiave sarebbe la morte di Katy Skerl, 17enne strangolata il 21 gennaio 1984 in una vigna di Grottaferrata, vittima di uno dei tanti gialli collegati alla sparizione di Emanuela: la ragazza “era la nipote di una testimone oculare del rapimento di Aldo Moro”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Eleonora Skerl, nonna parterna di Katy, il 16 marzo era affacciata alla finestra del suo appartamento di via Stresa e aveva potuto assistere al rapimento di Moro e alla strage degli uomini della scorta da parte delle Br. Quella stessa mattina era stata ascolta in questura. La nipote, morta in circostanze violente pochi anni dopo, era stata collegata al caso Orlandi dal fotografo Marco Accetti, che aveva invitato ad aprire la tomba di Skerl sostenendo che la bara “fosse stata rubata per far sparire una prova del collegamento con Emanuela Orlandi”, una camicia con l’etichetta Frattina. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel luglio 2022 erano state svolte verifiche ed era emerso che sì, la cassa con la salma era stata trafugata. Secondo Accetti, Katy Skerl sarebbe stata ammazzata “per vendetta dalla fazione opposta a quella che aveva organizzato il sequestro di Emanuela e di Mirella Gregori, al fine di attuare un duplice ricatto: da un lato frenare il fermo anticomunismo di Giovanni Paolo II , dall’altro defenestrare il capo dello Ior Marcinkus e recuperare i soldi inghiottiti dallo scandalo Ior-Ambrosiano”.

Un possibile collegamento confermato dal ricercatore Alberto Fittarelli: “Certamente esercita una certa suggestione pensare che la povera Katy, giovanissima militante comunista con forti motivazioni politiche, sei anni dopo via Fani, magari incuriosita da quanto visto, sentito o raccontato in casa da sua nonna, abbia svolto indagini in proprio, imbattendosi in qualcosa di più grande di lei, e che per questo sia stata punita. Però attenzione, in mancanza di riscontri siamo per l’appunto alle prese con una suggestione, per quanto sorprendente”.

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