Vi abbiamo raccontato, attraverso le pagine del Paragone, della polemica che ha visto coinvolto il virologo Matteo Bassetti, che si è scagliato contro la decisione del Comune di Genova di mettere a disposizione alcune delle proprie sale per la proiezione del documentario “Invisibili”, prevista per il 22 dicembre. Un film nel quale si parla degli effetti avversi dei vaccini e che, per questo, è stato già vittima di innumerevoli tentativi di censura. Bassetti aveva parlato di “fatto gravissimo”, augurandosi la cancellazione della proiezione. Proprio al virologo ha voluto rispondere in queste ore il comitato Aiutami, che riunisce da tempo le migliaia di persone che, in Italia, hanno visto la propria vita sconvolta dopo la somministrazione del farmaco anti-Covid: “Non siamo delle fake news. Siamo uomini, donne, ragazze e ragazzi che hanno creduto in quanto proposto da Lei e dalle istituzioni. Siamo tutti vaccinati e tutti danneggiati”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Circa 120.000 persone ogni settimana interagiscono con noi attraverso i nostri canali, molti perché inascoltati e non curati – si legge nella lettera inviata a Bassetti – Volevamo chiederLe quindi delucidazioni sulle Sue dichiarazioni, a nostro parere gravissime”. Il comitato ha chiesto a Bassetti di specificare, per esempio, cosa lui intenda per fake news e quale sia la sua idea di scienza super partes. (Continua a leggere dopo la foto)
“La propaganda e la politica è ciò che cerca di fare Lei censurando, emerito dr. Bassetti. Un documentario riporta testimonianze. Siamo esseri umani che soffrono a seguito e a causa della vaccinazione anti Covid-19. Cosa c’è di propaganda nel fare emergere la verità di persone che hanno creduto nella vaccinazione e hanno la vita rovinata? Cosa intende per scelte politiche? È stata una scelta politica avere a 27 anni una miocardite debilitante post vaccino? Oppure una neuropatia che impedisce la semplice deambulazione?”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Certi che arriveranno delle Sue spiegazioni in merito alle nostre riflessioni – si legge ancora nella lettera – Saremo lieti di accettare le Sue scuse pubbliche per queste sviste, un po’ macroscopiche, ma capiamo i Suoi tanti impegni. A proposito dei Suoi innumerevoli impegni, Le chiediamo se può dedicare il Suo tempo a Noi, a studiarci e curarci. Siamo migliaia di cittadini che hanno creduto proprio in Lei e nella vaccinazione, se il Suo reparto ci accogliesse noi saremmo lieti di avere dei medici che senza pregiudizi cercheranno una cura al danno inflitto dalla vaccinazione”.
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