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“Noi ci battiamo per una piena occupazione! Altro che rilancio con il Recovery Plan, ennesimo mezzo con cui l’Ue decide per gli italiani”

Pubblicato il 28/04/2021 11:07

di Ugo Malagoli

Ieri ho sentito il dovere di scrivere perché coinvolto nella polemica Paone vs Paragone e ristoratori, oggi invece cito Domenico De Masi, sociologo professore emerito alla “Sapienza” di Roma il quale dice : “In arrivo la tempesta perfetta che porterà a 15 milioni i poveri nel nostro paese”; e lo dice sul “Il Fatto Quotidiano”  a rimarcare la trasversalità della valutazione in merito.  

Di questi, 5/6 milioni sono poveri assoluti, 5/6 poveri relativi, il rimanente sono tutti i precari della cosiddetta gig economy, ossia di quell’economia caratterizzata dalla prevalenza di lavoratori freelance o con contratti a breve termine e, parallelamente, da una costante diminuzione del numero di occupati impiegati in maniera stabile.

Di questa enorme massa di persone in stato di forte criticità sembra non occuparsi nessuno, in molti addirittura sembrano infastiditi innanzi alla protesta montante, e certamente non se ne occupa la sinistra parlamentare.

Anzi al posto di progettare tutele e piani occupazionali seri, rilancia su idee di sviluppo che in assonanza alle linee guida della UE giungono ad una formulazione del Recovery Plan che in larghissima parte, nel medio termine, aumenterà la disoccupazione anziché ridurla.

Solo una forza oggi è in campo, e senza bisogno di ammiccamenti strumentali, rappresenta l’unica possibilità di riscatto per queste persone che attendono da troppo tempo risposte dallo stato: ITALEXIT con Paragone che le risposte le ha nel DNA costitutivo.

Italexit è consapevole che l’Unione Europea costringe l’Italia ad una coperta troppo corta, oltretutto tirata dalla parte sbagliata, lasciando scoperta larga parte della nazione. L’euro con le sue prerogative pro-Germania e paesi collusi rappresenta la catena che non permette di raggiungere obbiettivi largamente alla nostra portata.

Battersi con Italexit vuol dire combattere le costrizioni, protendere a ri-acquisire la sovranità politica ed economica e decidere come e quanto finanziare settori strategici attraverso una revisione dell’intervento pubblico a favore e verso una piena occupazione, puntando sulle nostre capacità di fantasia, originalità e genialità e di un territorio senza eguali.