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“Nessuna eccezione”. In Italia i rifugiati passano dalla padella alla brace, ecco perché

Pubblicato il 09/03/2022 20:04

La situazione odierna è senza precedenti nelle ultime decadi. La crisi umanitaria in corso, però, non ammorbidisce il Presidente del Consiglio, che si appresta a chiarire che “non ci saranno eccezioni” per quanto riguarda i profughi non vaccinati.
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Il dietrofront del Governo sui profughi non vaccinati

Solo pochi giorni fa, Pierpaolo Sileri, super-consulente del Ministro Speranza in quota 5 Stelle, aveva dichiarato «Lo status di rifugiato non prevede l’obbligo del super Green Pass, è chiaro che noi offriremo la vaccinazione ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio». Da Mario Draghi, però, non arriverà alcun abbraccio. Nessuna eccezione sull’obbligo di Green Pass per i profughi ucraini che ad oggi sono circa 24 mila, soprattutto donne e bambini.
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Le parole del Premier

Durante l’odierno “question time” alla Camera il Presidente del Consiglio si è così espresso in merito al tema rifugiati non vaccinati: «Sul fronte sanitario, tutti i rifugiati che arrivano o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore oppure accettano di vaccinarsi». Perentorio Draghi nel chiarire il tipo di trattamento che verrà riservato ai rifugiati, i quali probabilmente non saranno troppo contenti di ritrovarsi ad avere a che fare con la deleteria legislazione italiana.
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Dalla padella alla brace

È sempre bene ricordare che la percentuale di vaccinati in Ucraina sfiora il 38%. Plausibilmente quindi, buona parte di coloro che troveranno rifugio nella penisola italica sarà considerato un reietto, al pari dei bistrattati no vax nostrani, vedendosi privati dei propri diritti fondamentali a meno di piegarsi a quel ricatto di Stato che noi tutti ben conosciamo. Non di certo una situazione piacevole per chi scappa dalla guerra. Il vaccinismo sfrenato della politica italiana non sembra vacillare, nemmeno di fronte alla peggior crisi umanitaria europea degli ultimi 30 anni.

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