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Gli italiani hanno meno diritti dei rifugiati. Il Governo usa due pesi e due misure sul Green Pass

Pubblicato il 03/03/2022 20:24 - Aggiornato il 07/12/2022 18:06

L’escalation in Ucraina non accenna a placarsi e, di conseguenza, il flusso migratorio inizia ad essere copioso. Un problema però mette in luce le assurdità del sistema italiano. La popolazione ucraina, infatti, è vaccinata solo per il 37% e quindi, una volta giunti in Italia, sarebbero impossibilitati a prendere anche solo un autobus. Questo se le regole valessero per tutti.
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Sileri sancisce la disparità di diritti

«Lo status di rifugiato consente l’accesso alla nostra sanità, oggi o domani uscirà la circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione». Lo dice a Rai Radio1 Pierpaolo Sileri, sottosegretario al Ministero della Salute e braccio destro di Roberto Speranza. «Lo status di rifugiato – ha precisato – non prevede l’obbligo del super Green Pass, è chiaro che noi offriremo la vaccinazione ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio». Per prendere treni o bus «si procederà ad un controllo mediante tampone» dei rifugiati.
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Le regole valgono solo per i cittadini italiani

L’accanimento verso i cittadini italiani esce quindi alla luce del sole. Ricordiamo, infatti, che per il popolo italico non è possibile accedere ai mezzi pubblici se non dopo aver esibito il cosiddetto “Super Green Pass”, rilasciato con vaccinazione o guarigione. Secondo la narrazione mainstream non dovrebbe essere una mossa particolarmente astuta il permettere la circolazione di persone pericolosamente non vaccinate, ma siccome noi viviamo nella realtà, alla luce dei tempi difficili che ci si prospettano davanti, esortiamo il Governo a togliere tutte le restrizione e lasciare i cittadini liberi di poter vivere con, almeno, una parvenza di normalità, italiani e non.

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