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Mister flop alla corte di Giorgia. Tutti i fallimenti del “nuovo” consulente della premier

Pubblicato il 24/10/2022 10:20

“Lavoreremo con discontinuità rispetto al governo precedente ma ovviamente in piena collaborazione”. Una frase, quella pronunciata dal neo ministro per la Sovranità alimentare Francesco Lollobrigidia, che basta da sola a sintetizzare i tanti dubbi che in queste ore hanno inizato ad attanagliare i sostenitori di Giorgia Meloni. Vero, nessuno si aspettava una rivoluzione. Ma nemmeno che il governo nascente fosse così attento a strizzare l’occhiolino a Mario Draghi, tirato in mezzo a ogni occasione utile. Una delusione confermata da scelte compiute, ovviamente, all’insegna della continuità: su tutte, il conferimento di un nuovo incarico all’ex titolare della Transizione ecologica Roberto Cingolani, uno che non aveva lasciato proprio un ottimo ricordo negli italiani e che è tornato ora in campo “con spirito costruttivo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Cingolani sarà consigliere per l’energia a Palazzo Chigi, ruolo che secondo la testata La Verità sarebbe stato concordato “con Mario Draghi”, ennesima conferma di un dialogo mai interrotto tra Giorgia Meloni e il suo predecessore. “C’è da finire – è stato il commento di Cingolani – tutto il lavoro sul tetto al prezzo del gas, che è stato sì approvato, ma ora bisogna lavorare su termini e condizioni”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Meloni – ha riferito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani – ha annunciato in cdm che intende collaborare per favorire la transizione di questo file così importante”. Una mossa necessaria per il bene del Paese, insomma, quasi un atto di responsabilità dovuto. Peccato che Cingolani non sia stato proprio un portento, autore di un piano di razionamenti energetici pieno di falle e titubante sulla strada da seguire per tagliare i consumi. Tra le sue frasi più celebri, quel “tranquilli, ce la caveremo anche senza gas russo” che ancora oggi riecheggia beffardo. (Continua a leggere dopo la foto)

Cingolani è anche l’uomo che sbandierava il price cap come un accordo ormai imminente e in grado, da solo, di risolvere tutti i problemi. Anche qui, non proprio una previsione azzeccata. Celebre la sua immagine in ginocchio da Greta Thunberg, scatto che ancora oggi continua a far discutere. Insomma, cara Meloni, forse non è proprio dall’ex ministro che gli italiani volevano veder partire il nuovo esecutivo.

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