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Milano, nuova emergenza sociale per lo sblocco dei licenziamenti. Un dramma che coinvolge migliaia di cittadini

Pubblicato il 30/06/2021 14:31 - Aggiornato il 30/06/2021 14:41

Un nuovo spettro danza per l’Italia, e Milano non fa eccezione. Lo sblocco dei licenziamenti porta con sé drammi sociali e difficoltà economiche a volte molto gravi per migliaia di famiglie. In questi ultimi mesi, nonostante lo stop ai licenziamenti, in Italia quasi un milione di persone ha perso il lavoro. Su questa base dobbiamo ragionare per comprendere quale bomba sociale potrebbe verificarsi se non si comincerà a cambiare la politica economica del Paese. Non basta infatti promettere sussidi o più cassa integrazione, è tutto un sistema che fatica a reggere. E dobbiamo ricordare che nuova disoccupazione significa anche riduzione dei consumi, in una spirale al negativo.

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Fabio Pennati, segretario generale della Uiltec Milano e Lombardia, spiega che “solo su Milano stimiamo nei nostri settori da 500 a mille persone licenziate in questa prima fase”. La situazione nel milanese, con un ceto medio sempre più provato e in crisi, è davvero preoccupante. Domani il colosso farmaceutico Sanofi incontrerà i sindacati per discutere su un piano con 45 esuberi in Lombardia. Nel settore metalmeccanico si preparerebbero a licenziare multinazionali come la Abb a Sesto San Giovanni, e ditte più piccole come la Eurovalve di Opera e la Bio-Rad di Segrate. Sono i primi effetti dello sblocco per settori come industria manifatturiera ed edilizia, mentre lo stop con cassa Covid resterà fino al 31 ottobre per i comparti legati alla moda. Le aziende in stato di crisi potranno chiedere 13 settimane di Cigs gratuita.

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I sindacati parlano di situazioni esplosive nella chimica e nella cosmetica, ma soprattutto nel tessile in proiezione futura. In più ci sono i licenziamenti individuali finora bloccati dalla legge, difficili da stimare. Anche ditte di settori non direttamente coinvolti nella crisi sbloccano piani di riorganizzazione e tagli finora congelati. Nel metalmeccanico l’elenco delle situazioni a rischio fra Milano e hinterland si allunga: Eurovalve di Opera, il Gruppo Aturia di Gessate, Ingersoll, Abb, la milanese Signify, la Geolog di San Giuliano. E questo è solo l’inizio. Mentre nessuno pensa a nuove politiche economiche, i cittadini sono travolti dalla crisi e l’economia diventa sempre più una cosa per pochi. I numeri, anche nei casi in cui sembrerebbero positivi, non sempre raccontano la realtà. Come per i polli di Trilussa bisogna guardare chi mangia e chi no.