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“Casca a pezzi, è tutto slabbrato”. Maria Giovanna Maglie asfalta Draghi

Pubblicato il 06/07/2022 09:35

Nella puntata di martedì 5 luglio di “Controcorrente“, il talk show di Rete 4 condotto da Veronica Gentili, Maria Giovanna Maglie che non ha usato mezzi termini per illustrare la parabola del premier, che è stato ad Ankara per il vertice-disastro con il presidente turco Erdogan, e gli scenari assai nefasti (per lui) del governo. “Con i dittatori bisogna essere franchi, ma cooperare”, aveva detto Mario Draghi ai tempi del ‘sofagate’ di Ursula von der Leyen. E poco più di un anno dopo – ricorda Il Tempo – è volato proprio da Recep Erdogan per siglare accordi bilaterali e ricuce i rapporti. Uno strappo, quello di aprile, che l’Italia pagherà con il rinnovato ruolo della Turchia nello scenario internazionale dominato dalla guerra in Ucraina. (Continua a leggere dopo la foto)

“Mario Draghi non è affatto politico – attacca Maglie bombardando il premier -. Quando metti per la seconda volta un tecnocrate a fare il politico e dici che è il migliore e il suo governo è dei migliori queste disgrazie accadono. Questo governo casca a pezzi, è tutto slabbrato”. L’Algeria vuole strangolarci con il gas, poi c’è il caso Libia, Mattarella che è in Mozambico “dove non hanno neanche costruito l’impianto per estrarre il gas”, elenca Maglie. E ancora: “Erdogan non solo non è affidabile, è un bieco profittatore” ma come Biden quando ha definito macellaio Putin, Draghi avrebbe fatto bene a mordersi la lingua, ragiona Maglie. (Continua a leggere dopo la foto)

Il leader turco a suo modo è un “campione”, e alla fine otterrà “la fine dei curdi che ci hanno difeso dall’Isis e si prenderà anche un sacco di soldi. Se vogliamo parlare davvero di cosa abbiamo bisogno dobbiamo capire come in Italia tirare fuori qualche cosa: gas dall’Adriatico, centrali a carbone, nucleare…”. E, aggiungiamo noi, un nuovo governo, libero dai cappi dell’Unione Europea e dei giochi di Sistema che stanno strangolando cittadini e imprese. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Maglie: “Chiunque ora esce dal governo prende voti. E chiunque resta nel governo, a parte il Pd che ha una sua struttura di diramazione di poteri e di affari, li perde. Forse le persone che non hanno più votato o non sono andate a votare protestavano non solo perché una cosa si diceva e un’altra si faceva, ma perché avrebbero voluto che si facesse ciò che si diceva o si minacciava e non quello che invece ora accade con Di Maio, cioè che si dice e si fa la stessa cosa, governativa”.

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