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“Ci ritiriamo”, la resa di Zelensky: cosa sta succedendo in Ucraina. Il messaggio del presidente

Pubblicato il 04/07/2022 10:56

Kadyrov, leader delle truppe cecene arrivate in Ucraina a sostegno dei russi, sostiene che la città di Lysychansk, l’ultimo bastione ucraino in Donbass, è stata conquistata. L’esercito ucraino ha annunciato il ritiro da Lysychansk, città strategica finita nelle mani della Russia, che dal suo canto ha ovviamente parlato di “grande vittoria”. Il ritiro ucraino arriva dopo settimane di aspri combattimenti e ha segnato una svolta decisiva per le forze di Mosca, dato che Lysychansk era l’ultima grande città nell’area di Luhansk, regione orientale del Donbass, ancora in mano ucraina. Inizialmente Volodmyr Zelensky aveva negato che la città fosse caduta, ma alla fine anche il presidente si è dovuto arrendere. (Continua a leggere dopo la foto)

Adesso cosa succederà? La Russia potrebbe avanzare su Kramatorsk e Sloviansk, nella vicina Donetsk. Dopo settimane di duri scontri, dunque, le forze di Kiev si sono ritirare da Lysychansk, l’ultimo bastione della resistenza ucraina nel Lugansk, l’oblast che con quello di Donetsk forma la regione orientale del Donbass. È stato il ministro della Difesa di Mosca in persona, Serghei Shoigu, a riferire al presidente Vladimir Putin che le forze russe “hanno conquistato la città di Lysychansk”, e di conseguenza l’intero Lugansk. Kiev ha tentato di resistere fino all’ultimo, poi il suo esercito ha annunciato la ritirata dalla città. (Continua a leggere dopo la foto)

“Al fine di proteggere le vite dei difensori ucraini, è stata presa la decisione di ritirarci”, ha spiegato lo stato maggiore in un comunicato, sottolineando la superiorità in termini di numeri e di equipaggiamento del nemico. Ma in serata il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo tradizionale discorso serale ha voluto rassicurare il suo popolo annunciando che le truppe ucraine torneranno a Lysychansk grazie alla tattica e alla fornitura di armi moderne. “Proteggiamo la vita dei soldati e del nostro popolo”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ricostruiremo le mura e riconquisteremo la terra e questo vale anche per Lysychansk”, ha detto Zelensky, “Torneremo grazie alle nostre tattiche, aumentando la fornitura di armi moderne”. Intanto nel suo discorso domenicale papa Francesco è tornato a tuonare contro la guerra e le armi: “Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo intero. Faccio appello ai capi delle Nazioni e delle organizzazioni internazionali perché reagiscano alla tendenza ad accentuare la conflittualità e la contrapposizione. Il mondo ha bisogno di pace. Non di una pace basata sull’equilibrio degli armamenti, sulla paura reciproca. No, questo non va. Questo vuol dire far tornare indietro la Storia di 70 anni”.

Papa Francesco al termine dell’Angelus ha detto: “La crisi Ucraina avrebbe dovuto essere – ma se lo si vuole può ancora diventare – una sfida per statisti saggi, capaci di costruire nel dialogo un mondo migliore per le nuove generazioni. Con l’aiuto di Dio questo è sempre possibile ma bisogna passare dalle strategie di potere politico, economico e militare a un progetto di pace globale. No a un mondo diviso tra potenze in conflitto, sì a un mondo unito tra popoli e civiltà che si rispettano”.

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